Il titolo del Rapporto annuale dell’American Cancer Society 2023 apparso sulla rivista “CA: A Cancer Journal for Clinicians” è freddo, distaccato. ”Cancer Statistics 2023” recita. Quando inizi a leggere, trovi però previsioni ottimistiche e slanci positivi per il 2023 visto che i dati relativi ai decessi sono diminuiti, e di tanto. Dal 1991 ad oggi vi e’ stato un calo di decessi pari al 33%, il tasso di mortalità non è mai stato così basso negli ultimi trenta anni.
Grazie alla prevenzione e agli screening, i dati mostrano importanti miglioramenti soprattutto per il cancro alla mammella e all’utero (riduzione del 65%), collegati al vaccino HPV (papilloma virus), dando significativi segnali di vittoria e quindi di sopravvivenza; come rovescio della medaglia, pero’, leggiamo un aumento delle morti per cancro alla prostata, sempre più spesso trattato in stato avanzato perché scoperto tardi.
“È una chiamata alle armi importante”, ha dichiarato Karen Knudsen, amministratore delegato dell’ACS. “Non riusciamo a prendere questi tumori in tempo e dobbiamo cambiare rotta”. Da qui la volontà di aumentare gli investimenti nella Ricerca e in programmi ad hoc per avere maggiori accessi a screening e a trattamenti di qualità. L’obiettivo e’ quello di collegare laboratori –clinica – comunità. Insomma, creare una rete, nell’ambito della Ricerca, per studiare la natura e l’evoluzione del cancro alla prostata, aumentato del 3%, dal 2014 al 2019; la cosa più preoccupante è che questo balzo in avanti e’ collegato alla diagnosi tardiva della malattia, scoperta sempre più spesso in stadi avanzati. Come mai? ci si chiede.
Sembra banale e spesso fa sorridere o, peggio, fa fare spallucce, ma la prevenzione resta l’arma fondamentale per affrontare e sconfiggere la malattia del secolo che, nonostante i grandi passi in avanti, rappresenta, negli Stati Uniti d’America, la seconda causa di morte, subito dopo le malattie cardiache.
Cosa fare per prevenire? Lo sappiamo tutti, come già detto e’ “banale”. Sottoporci a esami specialistici frequenti perché quando arriva un sintomo potrebbe essere anche tardi. Seguire un regime alimentare più corretto possibile, limitare il fumo se proprio non si riesce a smettere. E, in verità, il diminuito uso delle sigarette ha aiutato e molto a ridurre i tumori ai polmoni.
Non dimentichiamo la vaccinazione. I dati ci vengono incontro e sono confortanti. Nel 2006, le donne di età compresa tra i nove e i 26 anni, hanno iniziato a ricevere il vaccino HPV per la prima volta: significa che i primi adolescenti che sono stati vaccinati hanno ora meno di trenta anni e i benefici sono evidenti.