Il procuratore generale degli Stati Uniti, Merrick Garland, ha annunciato che la magistratura federale eliminerà la distinzione di pena tra possesso di crack e cocaina in polvere, che negli anni ha aumentato la discriminazione razziale e colpito in maniera più pesante la comunità afroamericana.
Sebbene la cocaina crack non sia tecnicamente diversa dalla cocaina in polvere (peraltro facilmente trasformabile in crack), per decenni la legge federale ha imposto pene più severe a possessori e spacciatori della prima, generando “ingiustificate disuguaglianze razziali”, ha dichiarato Garland in una nota inviata ai procuratori federali venerdì.
Garland ha suggerito ai procuratori di formulare accuse più lievi nei casi non violenti e di basso livello, mentre un progetto di legge di riforma è attualmente in stallo al Congresso.
Dagli anni ’80 in poi la magistratura federale ha sostenuto che 100 grammi di cocaina in polvere equivalessero, nella comminazione della pena, a un grammo di crack. Il cosidetto Anti-Drug Abuse Act del 1986 ha fatto sì che il tasso di incarcerazione dei neri in America triplicasse (da circa 600 su 100.000 persone nel 1970 a 1.808 su 100.000 persone nel 2000).
La mossa di Garland è stata elogiata dagli attivisti per i diritti civili, che tuttavia aspettano ancora l’intervento del Congresso.