Di campioni, Nick Bollettieri, in decenni di carriera ne ha visti passare tanti. Lo hanno scelto i più grandi interpreti della racchetta, quelli che il tennis non solo lo giocavano, ma lo sapevano controllare. Per citarne solo alcuni: Andre Agassi, Jim Courier, Boris Becker e Pete Sampras tra gli uomini, Martina Hingis, Monica Seles, Maria Sharapova, Venus e Serena Williams tra le donne.
Aveva 91 anni e da quasi 45 gestiva un’Academy, la IMG in Florida, fondata nel 1978.
Di lui si è detto e scritto qualunque cosa. È stato un coach controverso, dai metodi di insegnamento duri e inflessibili che ricordavano da vicino quelli dell’esercito americano, dove aveva servito negli anni ’50.
Nato a Pelham, nello Stato di New York, da una coppia di immigrati italo-americani, dopo una laurea in filosofia scoprì subito l’amore per il tennis, che iniziò a insegnare alla Wayland Academy, in Wisconsin. Sin dai primi anni è chiaro a tutti: Nick ha occhio e un temperamento da leader, caratteristiche perfette per chi lo sport lo vuole insegnare.
Tutto questo nonostante la prima racchetta arrivi nella sua vita soltanto nel 1951, a 20 anni, grazie alla passione di un cugino con cui condivise le vacanze. “Si è offerto di giocare – raccontava lo stesso Bollettieri – il campo da tennis più vicino era a mezz’ora di distanza. Ci siamo tornati tutti i giorni per due mesi”.
Negli anni ’70 la famiglia Rockefeller lo chiama a dirigere le attività al Dorado Beach Hotel di Porto Rico, prima di finire in Florida nel 1977 e aprire lì, un anno dopo, la sua prima scuola.

Bollettieri ha inventato il “tennis all’americana”. Tra i tanti campi in cemento della sua Academy, che con gli anni è diventata un punto di riferimento dello sport americano, è nato e cresciuto un tipo di gioco diventato oggi la prassi: l’attacco da fondo campo. In un’epoca dove di norma i giocatori si dividevano tra difensori e interpreti serve&volley, Bollettieri ha teorizzato un prototipo di cui Agassi è stato un esempio cristallino.
“Se non ci fosse stato lui, il tennis sarebbe diverso da quello che è oggi”, scrive giustamente la IMG Academy nel suo messaggio di cordoglio.
Sui campi assolati della Florida, dove Bollettieri rafforzava la sua immancabile abbronzatura, sono passati in migliaia: giovani di belle speranze che hanno poi scelto un’altra strada, ma anche giocatori professionisti e futuri numeri 1 al mondo.
Tutti loro, però, hanno avuto in comune la possibilità di ascoltare a fondo campo i consigli dell’instancabile coach, che fino all’ultimo ha passeggiato per l’Academy controllando che i “suoi” ragazzi lavorassero in modo giusto.
“Chiunque abbia conosciuto Nick – ha ricordato il presidente della IMG Tim Pernetti – sa quanto amasse sviluppare il potenziale nei giovani, far crescere questa Accademia e sviluppare il tennis”.
Tennis che oggi lo ringrazia, dando l’ultimo saluto a un padre che ne ha cambiato l’identità.