Ci sarebbero anche due baristi tra le cinque persone uccise nella sparatoria avvenuta sabato notte in un nightclub L.G.B.T.Q. di Colorado Springs, in Colorado, come rivelato lunedì dalla polizia.
Derrick Rump, laureato al Colorado College e originario della contea di Berks, in Pennsylvania, è uno dei due bartender in question. L’altro barista ucciso è Daniel Aston, un transgender di 28 anni originario di Tulsa e trasferitosi a Colorado Springs due anni fa, che lavorava come intrattenitore nel nightclub oltre che dietro al bancone.
Secondo quanto riferito dalla polizia locale, poco prima della mezzanotte di sabato un uomo armato di 22 anni è entrato nel nightclub e ha immediatamente iniziato a sparare con un “fucile lungo”. I poliziotti hanno fermato un sospettato di nome Anderson Lee Aldrich, che è attualmente ferito e si trova in ospedale.
L’uomo aveva con sé due armi da fuoco, secondo quanto riferito dal capo del dipartimento di polizia di Colorado Springs, Adrian Vasquez. Aldrich è il nipote del politico repubblicano Randy Voepel, ex sindaco della cittadina di Santee in California e ardente sostenitore di Trump. L’anno scorso l’aggressore era stato arrestato per aver minacciato di morte la madre Laura, con una bomba fatta in casa.
Vasquez dice che due eroici avventori hanno affrontato l’uomo armato e fermato la sparatoria. “Abbiamo un grande debito di riconoscenza nei loro confronti”, ha detto il capo. Uno di loro è il veterano dell’esercito Rich Fierro.
La polizia di Colorado Spring ha aggiunto che le indagini sono solo all’inizio e che il numero esatto delle vittime, finora quantificate in 5, è suscettibile di modifiche.
“La violenza delle armi da fuoco continua ad avere un impatto devastante e particolare sulle comunita’ Lgbtqi+ nel nostro Paese e le minacce di violenza stanno aumentando… Dobbiamo eliminare le ineguaglianze che contribuiscono alla violenza contro le persone Lgbtqi+”: lo ha detto Joe Biden dopo la strage in Colorado, rilanciando la necessita’ di bandire le armi d’assalto. “Non possiamo e non dobbiamo tollerare l’odio”, ha aggiunto.
In una dichiarazione sulla propria pagina Facebook, il Club Q si è detto “devastato dall’attacco insensato alla nostra comunità”. “Ringraziamo la rapida reazione degli eroici clienti che hanno sottomesso l’uomo armato e posto fine a questo attacco di odio”, ha risposto il nightclub gay-friendly.
La sparatoria al Club Q si aggiunge a una serie di attacchi contro i locali L.G.B.T.Q. negli Stati Uniti. Nel 2016, un uomo armato ha ucciso 49 persone e ne ha ferite 53 in un nightclub gay di Orlando, in Florida, dopo aver proclamato fedeltà al gruppo terroristico dello Stato Islamico.