Elizabeth Holmes, una delle superstar della Silicon Valley, è stata condannata a 11 anni di carcere per aver frodato gli investitori con la sua start-up di analisi del sangue.
Holmes è la fondatrice ed ex amministratrice delegata di Theranos, società ormai fallita nota per aver rivoluzionato gli esami del sangue usando volumi sorprendentemente piccoli di liquido, prelevandolo ad esempio da una puntura sul dito.
Nel 2015, secondo Forbes, era la più giovane miliardaria self made in America, fortuna basata sulla valutazione da 9 miliardi di dollari di Theranos.
La sentenza ha messo fine a una saga durata anni che ha attratto l’opinione pubblica e acceso dibattiti sulla cultura del clamore e dell’esagerazione della Silicon Valley. Holmes è stata condannata a gennaio per quattro capi d’accusa di frode telematica e per aver ingannato gli investitori con affermazioni che si sono rivelate false.
Tra questi, nomi di alto profilo, come Rupert Murdoch, il magnate del software Larry Ellison, membri delle famiglie dell’ex ministro dell’educazione Betsy DeVos e dei fondatori di Walmart. L’accusa l’aveva descritta come una ciarlatana ossessionata dalla fama e dalla fortuna. Lei invece aveva testimoniato per sette giorni dipingendosi come una pioniera visionaria nel mondo della Silicon Valley dominato dagli uomini e come una donna sessualmente ed emotivamente abusata dal suo ex amante e partner d’affari Sunny Balwani, sul quale ha scaricato tutte le colpe.
La Holmes aveva abbandonato dopo il primo anno l’università di Stanford per creare nel 2003 la sua start-up. L’idea vincente fu proporre una tecnologia più rapida, meno costosa e meno dolorosa per scoprire centinaia di malattie, dal cancro al diabete. Holmes puntò molto sulle pubbliche relazioni, ingaggiando nel suo cda personalità del calibro degli ex segretari di Stato Henry Kissinger e George Shultz, degli ex ministri della Difesa James Mattis e William Perry, dell’ex ceo della Wells Fargo Richard Kovacevich. La manager corteggiò anche Bill Clinton e impressionò l’allora vicepresidente Joe Biden, che visitò i suoi laboratori nel 2015.