“Mi scuso per il ritiro degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi, ma ora i nostri obiettivi sono più ambiziosi” ha detto il presidente Joe Biden, intervenendo oggi alla Cop27 in Egitto ricordando come uno dei primi atti della sua amministrazione sia stato di far rientrare gli Stati Uniti negli accordi sul clima da cui Donald Trump era uscito.
“Gli Stati Uniti rispetteranno i limiti delle emissioni entro il 2030”, ha detto Biden ricordando la firma della legge, l’Inflation Riduction Act, che ha i maggiori investimenti finora varati negli Stati Uniti per combattere la crisi climatica. Una crisi, ha ricordato il capo della Casa Bianca, che “interessa la sicurezza umana, economica, ambientale e la sicurezza nazionale e la stessa vita del pianeta”.
Cop 27 Sta per “Conference of the Parties” Conferenza delle Parti. Dal 1995, i leader mondiali e i loro delegati si riuniscono ogni anno per discutere la questione del riscaldamento globale, delle emissioni di carbonio e di come affrontare il cambiamento climatico. Quest’anno è il 27° incontro della Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, e per questo è stata definita Cop27 in breve.
Il forum internazionale attrae anche gruppi ambientalisti, scienziati, imprenditori, celebrità e giornalisti e manifestanti che chiedono che i governi accelerino e agiscano in base alle loro promesse.
Nel suo discorso Biden ha detto che gli Stati Uniti raddoppieranno il loro impegno per il fondo per l’adattamento climatico, con una cifra di 150 milioni di dollari per l’Africa. Il capo della Casa Bianca ha anche assicurato che Washington raggiungerà gli obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2030. “Il mio impegno sul clima è incrollabile – ha aggiunto Biden – faremo la nostra parte per evitare l’inferno climatico. La crisi climatica riguarda la sicurezza umana, economica e sociale. Bisogna agire con urgenza”.
Il capo della Casa Bianca ha poi allacciato questi temi al conflitto in Ucraina. “Stiamo vivendo un periodo difficile. E la guerra brutale della Russia contro l’Ucraina ha esacerbato la crisi alimentare – ha affermato – La guerra in Ucraina “accresce l’urgenza” di abbandonare i combustibili fossili. Se li aiutano nel settore del carbone non c’è motivo per cui non li possano aiutare sull’energia verde. Per piegare permanentemente la curva delle emissioni, ogni Paese deve fare un passo avanti. Lottare contro il cambiamento climatico è un imperativo”, ha aggiunto, ringraziando l’inviato speciale da lui nominato, John Kerry per il lavoro svolto.
Le emissioni globali di carbonio nel 2022 rimangono a livelli record, senza alcun segno di diminuzione necessario per limitare il riscaldamento a 1,5°C. E’ quanto affermato dal team scientifico del Global Carbon Project, che comprende University of Exeter, University of East Anglia (Uea), Cicero e Ludwig-Maximilian-University Munich. Se gli attuali livelli di emissioni persistono, avvertono gli esperti, c’è ora una probabilità del 50% che il riscaldamento globale di 1,5°C sarà superato in nove anni.
Nel suo rapporto Global Carbon Budget prevede emissioni globali di CO2 totali pari a 40,6 miliardi di tonnellate nel 2022 (vicina ai 40,9 GtCO2 del 2019, che è il totale annuale più alto di sempre), alimentate da emissioni fossili in crescita dell’1% rispetto al 2021. Le emissioni dovute al cambiamento dell’uso del suolo (come la deforestazione) dovrebbero essere 3,9 GtCO2 nel 2022.
Ma in Egitto non si è parlato solo di clima. Il capo della Casa Bianca, accompagnato dalla Speaker della Camera Nancy Pelosi, ha incontrato anche il presidente egiziano Al Sisi. “Entrambi – affermano i portavoce al seguito della delegazione americana – hanno esercitato pressioni sul leader del Cairo per spingerlo a migliorare la situazione dei diritti umani in Egitto”. Ci si aspettava che sollevassero il caso di Alaa Abd El Fattah, il più noto prigioniero politico egiziano, che sta facendo lo sciopero della fame in carcere. I giornali egiziani hanno dato molto risalto ad una foto che ritrae Al Sisi e Nancy Pelosi a braccetto proprio per sottolineare i buoni rapporti tra i due Paesi.
Biden ha colto l’occasione per ringraziare l’Egitto per aver “parlato con forza alle Nazioni Unite sulla guerra della Russia contro l’Ucraina”. Ha annunciato anche uno stanziamento di 500 milioni, da parte di Usa, Unione Europea e Germania, per finanziare la transizione del Cairo verso l’energia pulita. Per tutta risposta i portavoce della delegazione egiziana hanno affermato che Al Sisi “ha lanciato una strategia nazionale per i diritti umani” e per il “dialogo nazionale”.
Secondo Human Rights Watch, i dissidenti politici detenuti in Egitto sono 60 mila.
Sono stati circa 800 i detenuti politici rilasciati quest’anno in Egitto esclusi gli appartenenti alla Fratellanza Musulmana, messa al bando in Egitto come organizzazione terrorista nel 2013 e comunque non interessata al dialogo con il governo. Due mesi fa, dopo il rilascio di circa 500 detenuti politici il Dipartimento di Stato aveva sbloccato 75 milioni di dollari di aiuti militari trattenuti per le violazioni di diritti umani in Egitto. I 130 milioni rappresentano il 10% del 1,3 miliardi di dollari di questo tipo di aiuti che Washington fornisce annualmente all’Egitto.