Otto uomini e quattro donne. È la composizione della giuria chiamata a pronunciarsi sulle accuse di frode fiscale alla Trump Organization.
La selezione dei giurati è stata più veloce delle attese: ci sono voluti meno di sette giorni per la scelta e tutto è pronto per le dichiarazioni di apertura del processo lunedì. La selezione comunque ha messo in mostra le difficoltà del trovare giurati senza opinioni su Trump, soprattutto in una New York dove nel 2020 l’87% degli elettori ha votato per Joe Biden.
In tutto sono stati sentiti 60 potenziali giurati che non hanno risparmiato critiche all’ex presidente, tanto che un pubblico ministero si è spinto a dire: “se dovessimo scartare ogni potenziale giurato a cui non piace Trump, allora non avremmo una giuria”. Il risultato è che tre dei giurati scelti ha detto chiaramente di non apprezzare l’ex presidente.
Uno dei tre lo ha infatti definito un “narcisista” ma si è impegnato a decidere sulla base dei fatti. I commenti più duri sono stati dai potenziali giurati scartati, uno dei quali ha chiesto al giudice di essere rimosso dalla selezione perché Trump “mi fa stare male”.