Sono passati 5 anni dall’inizio del movimento #Metoo che ha visto la liberazione delle donne dalla cortina di paura che le assoggettava in silenzio ad un vetusto sistema di oppressione patriarcale, 5 anni ma le aule dei tribunali sono ancora affollate di cause per molestie e violenze sessuali.
La più recente è a carico di Paul Haggis, il regista e sceneggiatore canadese 69enne, premio oscar per Crash. Lunedì è iniziata la scelta dei giurati e mercoledì le testimonianze in un tribunale dello stato di New York. L’accusa è di violenza sessuale.
Nel tribunale federale adiacente è in corso il processo che vede imputato Kevin Spacey, per molestie a un minorenne. A Los Angeles il produttore Harvey Weinstein sta affrontando il secondo giudizio per crimini sessuali (il primo a New York lo ha condannato a 23 anni di carcere) per una pena complessiva di 140 anni. E l’attore Danny Masterson si deve difendere da accuse simili in una stanza di tribunale vicina.

Haggis lo scorso giugno è stato arrestato in Italia, a Ostuni dove partecipava ad un festival, con l’accusa di violenza. A settembre il tribunale del riesame di Lecce ha rigettato l’appello dei pm per contraddizioni e incongruenze nella deposizione della vittima. E la giudice di New York Sabrina Kraus ha deciso di non prendere in considerazione gli eventi italiani, ma ha accettato invece di sentire la testimonianza di altre quattro giovani che hanno denunciato il regista per molestie avvenute fra il 1996 e il 2015.
Haleigh Breest ha fatto causa ad Harris per una violenza avvenuta nel 2013 quando aveva 26 anni e lavorava nelle pubbliche relazioni. La notorietà del regista all’inizio l’aveva fatta desistere dal denunciarlo e aveva parlato della violenza solo agli amici, ha spiegato nella sua dichiarazione iniziale al processo, ma poi nel 2017, sull’onda evidentemente del movimento #Me too, ha deciso di agire.
“Continuavo a ripetere ‘No’ – ha spiegato – ma non mi ascoltava”. “Il sesso è stato consensuale”, ha invece sostenuto Haggis tramite il suo avvocato Priya Chaudhry, che ha aggiunto che queste menzogne sono parte della campagna diffamatoria creata da Scientology, la Chiesa fondata negli anni ’50 da Ron Hubbard di cui Haggis è stato membro per 30 anni e che ha lasciato con clamore nel 2009.
È poi iniziata la prima testimonianza, di Nancy Manoogian, che in un video ha affermato di essere stata assalita sessualmente nel ‘96 quando lavorava nelle relazioni pubbliche di una televisione in Canada. Alle sue resistenze e dinieghi lui avrebbe chiesto minaccioso: “Vuoi mantenere questo impiego? Vuoi continuare a lavorare?”
Sembra una scena del film “She said” presentato in questi giorni al New York Film Festival: il protagonista era diverso, il mogul della Miramax Weinstein, ma sopraffazione, intimidazione, paura e violenza uguali.
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