È segnato da una folla straripante ma per lo più silenziosa, ai lati della strada, il passaggio simbolico lungo il Mall, il vialone alberato che conduce a Buckingham Palace, dell’ultimo corteo funebre a piedi che accompagna il feretro della regina Elisabetta nell’addio a Londra, dopo il funerale di Stato e prima della sepoltura.
La processione ha imboccato a passo lento il luogo simbolo della capitale britannica e della monarchia, teatro d’infiniti eventi e momenti di passaggio durante i 70 anni del regno da record della sovrana defunta, tra due ali di folla in attesa da ore dietro le transenne. Il Mall, pavesato di bandiere dell’Union Jack è stato raggiunto dopo che il feretro era transitato attraverso il cortile di Horse Guards Parade, nel complesso di St James Palace: cuore della parata di Trooping the Colour, coincisa per decenni con la celebrazione ufficiale dei compleanni di Elisabetta II, a giugno.
Commozione profonda, pochi minuti prima, durante il funerale. Nell’abbazia di Westminster, tra i banchi della Royal Family, durante la lettura di un brano della scrittura affidata alla baronessa Patricia Scotland si è visto il principe Edoardo, quartogenito della sovrana, asciugarsi vistosamente qualche lacrima dagli occhi con un fazzoletto bianco. Edoardo siede nella primissima fila, al lato del catafalco su cui è appoggiata la bara di sua madre, accanto a re Carlo con la consorte Camilla, alla principessa Anna, secondogenita reale con il consorte Tim Laurence e alla moglie Sophie.
“Con ammirazione ricordiamo il suo senso del dovere e la sua dedizione al popolo per tutta la vita. Con gratitudine lodiamo Dio per il suo costante esempio di fede e devozione cristiana”, sono state le prime parole del decano David Hoyle, che ha officiato la cerimonia funebre prima di passare la parola all’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, che ha tenuto il sermone.