Visa, il più grande circuito commerciale al mondo, ha annunciato sabato che inizierà a segnalare gli acquisti di armi e munizioni in modo diverso rispetto a tutti gli altri pagamenti con carta di credito/debito effettuati negli USA, in modo da favorire l’identificazione dei clienti pericolosi.
Dopo ripetuti appelli da parte della comunità anti-armi statunitense, la joint-venture californiana ha comunicato che utilizzerà un codice di categoria commerciale differenziato nei negozi di armi, che servirà a monitorare potenziali segnali di future sparatorie di massa (come un’inusuale somma di denaro spesa in poche settimane in negozi di fucili). Il codice mostrerà solo i negozi in cui un utente ha speso il proprio denaro, ma non gli articoli che ha comprato.
La decisione di Visa arriva a poche ore dalla scelta dell’Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione (ISO) di creare un codice di transazione “ad hoc” per questa tipologia di acquisti sensibili, laddove sinora le vendite nei negozi di armi erano catalogate come “merce generica”.
“A seguito della decisione dell’ISO di stabilire un nuovo codice di categoria per i commercianti, Visa procederà con le fasi successive, garantendo al contempo la protezione di tutto il commercio legale sulla rete Visa in conformità con le nostre regole consolidate”, ha dichiarato l’istituto di pagamento in un comunicato. Presto potrebbero fare altrettanto anche Mastercard e Amex.
Il “nuovo corso” ha però indispettito le lobbies pro-armi, che hanno condannato la decisione come un tentativo illegale di intromettersi negli affari dei privati cittadini, la maggioranza dei quali non ha alcuna intenzione di provocare sparatorie di massa.
Esulta invece il sindaco di New York Eric Adams, che da mesi punta il dito contro la proliferazione delle armi per la spirale di violenza armata che attanaglia la Grande Mela: “Quando si acquista un biglietto aereo o si paga la spesa, le società di pagamento hanno un codice speciale per quei rivenditori. È semplicemente una mossa di buon senso avere le stesse politiche per i negozi di armi e munizioni”.