A due anni esatti dal tentato omicidio del dissidente russo Alexei Navalny, il Dipartimento di Stato USA ha nuovamente chiesto alle autorità di Mosca di rimetterlo in libertà.
“Ci uniamo alla famiglia, ai colleghi e ai sostenitori di Navalny in tutto il mondo nel chiedere il suo immediato rilascio”, ha dichiarato sabato il portavoce del Dipartimento di Stato, Ned Price, in un comunicato che ribadisce la solidarietà statunitense a “Navalny, Vladimir Kara-Murza e agli altri prigionieri politici in Russia, così come alle migliaia di altri coraggiosi cittadini russi che, nonostante i rischi alla propria incolumità, affrontano le bugie del Cremlino con la verità”
Nell’agosto del 2020, Navalny, un’attivista distintosi come il principale oppositore del presidente russo Vladimir Putin, è sfuggito a un tentativo di avvelenamento che l’Occidente ritiene opera degli 007 del Cremlino. Dopo essere stato vicinissimo alla morte a causa dell’agente nervino novičok, l’oppositore è stato curato dapprima in Siberia e poi trasferito in un centro specializzato in Germania, dove si è ripreso.
Una volta guarito, Navalny ha rifiutato l’esilio all’estero ed è tornato in Russia, dove appena sceso dall’aereo è stato preso in custodia dalle forze dell’ordine in quanto sospettato di frode fiscale (accuse che la comunità occidentale ritiene politicamente fondate). All’inizio del 2021, un tribunale di Mosca lo ha condannato a 9 anni e mezzo di carcere, che si sono aggiunti ai 2 anni e mezzo che stava già scontando per aver violato la libertà vigilata dopo essere fuggito a Berlino per curarsi.

La permanenza in carcere (di massima sicurezza) potrebbe però presto allungarsi a causa di un altro capo d’imputazione: quello di essere il leader di un’organizzazione “estremista”. Si tratta in realtà del Movimento anti-corruzione, da lui fondato, che divulga al pubblico russo su Internet gli stili di vita lussuosi dell’élite vicina a Putin nonché gli escamotages illeciti della classe dirigente moscovita.
Navalny è stato recentemente trasferito nel carcere di massima sicurezza di Melekhovo, dove per sette ore al giorno lavorerebbe alla macchina da cucire seduto “su uno sgabello più basso dell’altezza del ginocchio”, essendo obbligato a sedere “per diverse ore su una panca di legno sotto un ritratto di Putin”, come comunicato dal team dell’attivista sui social media.