L’attore del New Jersey Kevin Spacey dovrà pagare 31 milioni di dollari alla società di produzione che lo ha licenziato dalla popolare serie “House of Cards”, dove vestiva i panni di Frank Underwood (un membro del Congresso assetato di potere che riusciva con abili giochi di palazzo a diventare presidente), dopo che sono emerse accuse di molestie sessuali.
A stabilirlo è stato un giudice a Los Angeles, respingendo il ricorso dell’ex protagonista della serie basata sull’omonimo romanzo di Michael Dobb. La sentenza è l’ultimo colpo per la star e arriva a poche settimane dalla sua comparizione in un tribunale britannico per rispondere alle accuse di molestie su tre uomini, fortemente negate da Spacey.
MRC, la società di produzione che ha realizzato i famosi episodi sugli intrighi politici di Washington trasmessi da Netflix, ha chiesto il risarcimento dopo aver espulso Spacey dal ruolo principale e aver perciò riconfigurato la sesta stagione dello show, tagliandola da 13 a otto episodi.
Gli avvocati di Spacey sostengono che la decisione da parte della produzione di escludere l’attore sarebbe arrivata prima dell’indagine interna che avrebbe portato alcuni componenti dello staff a farsi avanti. Una violazione del contratto che avrebbe portato a ingenti perdite economiche, oltre che a un danno di immagine probabilmente irreparabile.
La sentenza arriva dopo oltre tre anni di diatriba legale e dopo un’udienza probatoria durata otto giorni, realizzata nel massimo segreto fino a quando altri tre arbitri privati hanno respinto l’appello di Spacey confermando all’unanimità la decisione.