L’ambasciatore americano a Mosca John Sullivan non vede con ottimismo il futuro dei rapporti tra Stati Uniti e Russia. È impossibile che nel breve periodo avvenga una piena riconciliazione, dice.
“Ricordo quando il mio primo capo, il Segretario di Stato Rex Tillerson, venne qui nel marzo 2017, e disse che avevamo scavato un buco nella nostra relazione e che dovevamo smettere di scavare, trovare un modo per stabilizzare la relazione e cercare di andare avanti – ha detto Sullivan – questo è stato più di cinque anni fa. I terribili eventi accaduti durante questo periodo hanno portato il divario nella relazione a diventare molto più ampio”.
“Non so come si svilupperà la situazione, ma se siamo guidati dalla storia i nostri rapporti cambieranno, perchè sono sempre cambiati – ha proseguito – verrà il momento in cui ci sarà la possibilità di una riconciliazione più completa e un riavvicinamento dei nostri popoli e dei nostri Paesi”.

Sullivan però non prevede “che la Russia e gli Usa tornino mai più a una relazione produttiva. Non accadrà nel contesto attuale. Ora la situazione è insolita. Ho menzionato le poche questioni su cui continuiamo a interagire con il governo russo, ma rispetto a tutti gli argomenti che potremmo e dovremmo discutere, ciò è trascurabile. Ci sono così tante questioni su cui i nostri paesi, membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, potrebbero parlarsi, ma non accade e questa è una tragedia. Sono in gioco questioni estremamente serie”.
Un esempio è il nucleare. Sullivan ricorda come uno dei primi passi compiuti dal presidente Biden al momento del suo insediamento nel gennaio 2021 sia stato quello di dichiarare la volontà di rinnovare il trattato Start-3 e di prorogarlo per cinque anni.
Tuttavia, in questo momento così delicato, “non stiamo negoziando: dopo il 24 febbraio questi dialoghi non sono stati ripresi. Al termine del vertice di Ginevra c’erano poche speranze che la situazione migliorasse, perché avevamo programmato di avviare i negoziati sulla sicurezza informatica, poi sono ripresi quelli sulla stabilità strategica e ora sembra che tutto sia andato in fumo”.
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