Il Senato statunitense ha approvato all’unanimità un disegno di legge che rende permanente l’ora legale a partire dal novembre 2023. La misura, promossa dal repubblicano Marco Rubio sotto il nome di Sunshine Protection Act, ha ricevuto un vastissimo consenso bipartisan nella camera alta di Capitol Hill, riducendo il dibattito ai minimi termini.
Ora la palla passa metaforicamente alla Camera dei rappresentanti, che dovrà approvarla a sua volta, e infine al presidente Joe Biden, la cui firma è richiesta per l’entrata in vigore definitiva.
Il ddl del Senato intende porre fine alla pratica di spostare le lancette dell’orologio indietro di un’ora ogni novembre, prediligendo per tutto l’anno l’ora legale (daylight saving time) – che negli Stati Uniti è iniziata lo scorso 13 marzo, due settimane in anticipo rispetto all’Europa.
Malgrado la misura sia passata in un’inedita dimostrazione di collaborazione bipartisan nell’aula di Capitol Hill, con i senatori che hanno incolpato l’ora solare di aumentare la depressione e di rovinare il ciclo del sonno dei neonati, non tutti sono d’accordo.
“L’ora legale, in termini di conseguenze mediche e sanitarie, è la scelta peggiore”, ha detto al New York Times Joseph Takahashi, presidente del dipartimento di neuroscienze presso l’O’Donnell Brain Institute della University of Texas Southwestern Medical Center. “Ci lascia permanentemente fuori sincronia con l’ambiente naturale”.
L’introduzione dell’ora legale negli Stati Uniti risale a più di un secolo fa, al 1918, con lo Standard Time Act che da allora ha sancito la giurisdizione federale sui fusi orari. Secondo un sondaggio di AP-NORC, 7 americani su 10 sono d’accordo sull’eliminare lo spostamento di lancette, ma c’è indecisione su quale ora scegliere: 4 su 10 vorrebbero rimanere sempre sull’ora solare, mentre gli altri 3 su 10 preferiscono l’ora legale.