Mosca “non fa più solo ultimatum”, c’è un “approccio fondamentalmente diverso” da parte dei russi: lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in una conferenza stampa a Kiev. “Abbiamo iniziato a parlare”, ha aggiunto Zelensky e “sono contento che ci sia un segnale da parte della Russia”.
Zelensky, questa mattina, ha anche dato nuova carica alle sue truppe, sostenendo che i russi potranno entrare a Kiev solo se la raderanno al suolo, uccidendo tutti gli ucraini in città.
Lo ha dichiarato incontrando la stampa straniera, nel suo bunker a Kiev. “Se bombardano a tappeto e decidono di cancellarla, ma cancellano solo la memoria storica di tutta questa regione – la storia di Kiev, la storia dell’Europa – prenderanno Kiev. Se ci distruggono tutti, prenderanno Kiev. Se questo è l’obiettivo, allora, bene, che vengano, ma dovranno vivere su questa terra da soli, proprio senza di noi”.

Nel frattempo l’uomo più ricco di Russia, l’oligarca Vladimir Potanin, ha messo in guardia il Cremlino contro l’ipotesi di confisca e nazionalizzazione delle aziende straniere che hanno lasciato la Russia, dopo l’invasione dell’Ucraina.
In un’intervista alla testa Rbc, Potanin ha avvertito che una tale misura porterebbe il Paese indietro di 100 anni. Presidente del gigante dei metalli, Norilsk Nickel e suo maggiore azionista, Potanin ha poi detto che la Russia rischia di tornare ai turbolenti giorni della rivoluzione del 1917, se chiuderà le porte alle compagnie e agli investitori occidentali. (Agi)