Una giuria federale ha ritenuto colpevoli i tre uomini che hanno inseguito e ucciso Ahmaud Arbery sulla costa della Georgia, determinando che le motivazioni del gesto fossero di tipo razziale.
I giurati hanno emesso il verdetto dopo poco più di due ore di deliberazioni, a seguito di un processo a carico di Gregory McMichael, 66 anni, Travis McMichael, 36, e William Bryan, 52. Gli imputati sono stati ritenuti colpevoli di tutte le accuse: crimini ispirati dall’odio e tentato rapimento. Tutti e tre gli uomini erano già stati condannati per omicidio e condannati all’ergastolo, con Bryan idoneo alla libertà condizionale dopo 30 anni.
Il verdetto rappresenta una vittoria per il Dipartimento di Giustizia di Joe Biden, che ha promesso di perseguire in modo più aggressivo i crimini d’odio e ha chiesto una maggiore responsabilità negli attacchi di matrice razzista contro le minoranze.

“Nessuno in questo paese dovrebbe temere la minaccia di una violenza scatenata dall’odio”, ha detto il procuratore generale Merrick Garland a Washington poco dopo il verdetto.
Marcus Arbery e Wanda Cooper-Jones, i genitori di Ahmaud, hanno celebrato il verdetto davanti a un gruppo di giornalisti alzando le braccia al cielo insieme all’avvocato. L’omicidio di Arbery, insieme a quello di George Floyd a Minneapolis e di Breonna Taylor a Louisville, hanno provocato due anni fa manifestazioni di massa in tutto il paese.
“I protagonisti del processo hanno detto forte e chiaro, con le loro stesse parole, cosa provano per gli afroamericani”, ha dichiarato alla giuria l’assistente procuratore degli Stati Uniti Tara Lyons. “Si tratta di discriminazione razziale: possono essere tutti argomenti molto difficili da discutere. Ma dati i fatti del processo, stavolta non è stato difficile”.
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