L’ISIS è tutt’altro che sconfitto, anzi la sua rinascita incombe. Dopo sei giorni di battaglie mortali in Siria, tra le forze curde sostenute dagli Stati Uniti (Forze Democratiche Siriane – SDF) e i combattenti del gruppo jihadista, la milizia a guida curda ha annunciato mercoledì di aver ripreso il controllo del grande carcere Gweiran, nella periferia della città di Hasakeh ha ripreso il pieno controllo.
Una prigione nella quale erano rinchiusi migliaia di membri dell’Isis catturati durante la caduta del califfato e circa 700 ragazzi le cui famiglie si erano unite allo Stato Islamico. L’attacco alla prigione era un tentativo di liberare i combattenti del gruppo per creare una nuova generazione di jihadisti.
Gli scontri sono iniziati giovedì con due autobombe suicide all’ingresso. Decine di combattenti armati sono entrati nel complesso, unendosi ai prigionieri che si stavano ribellando all’interno del carcere, mentre le cellule dormienti dell’ISIS nei quartieri circostanti hanno anche attaccato le SDF.
Un’operazione militare ben pianificata tanto da portare le unità militari curde a chiedere l’intervento del contingente americano in Iraq. Sono state uccise più di 130 persone, ma il bilancio delle vittime è ancora provvisorio.