Si è svolta a Roma, presso la Camera dei Deputati di Montecitorio, la premiazione delle eccellenze del giornalismo italiano da parte dell’agenzia internazionale Learn Italy, attiva fra l’Italia e gli USA, quest’anno giunta alla terza edizione del suo Learn Italy international Award.
“Learn Italy – sottolinea il presidente Massimo Veccia – si è contraddistinta in questi 12 anni come punto di riferimento in ambito di alta formazione e di comunicazione internazionale, capace di promuovere sempre nuove attività. Proprio per questo il nostro premio guarda innanzitutto i migliori giornalisti italiani che sono oramai, di diritto, parte del giornalismo internazionale”.
Il primo ad essere premiato è stato il direttore editoriale Tgcom24, Paolo Liguori, in rappresentanza del gruppo editoriale News Mediaset, grazie alla disponibilità del direttore Andrea Pucci; seguito da Claudio Pagliara, giornalista e corrispondente Rai a New York e Piero Armenti, blogger, scrittore e fondatore de “Il Mio Viaggio a New York”, pioniere dei social e che negli anni ha rivoluzionato la comunicazione in tutto il mondo.
Quest’anno, inoltre, è stato aggiunto un premio alla carriera dedicato al grande Stefano D’Orazio, nell’occasione consegnato alla moglie, Tiziana Giardoni; infine, un premio a un talento dell’eccellenza italiana è stato consegnato a Ilaria Legato, Brand Identity and Communication Designer.
La premiazione si è aperta con la consegna del riconoscimento a Paolo Liguori, il quale, con un riferimento alla musica, sua grande passione, ha commentato una delle caratteristiche più importanti dell’America, la libertà. E per farlo, ha avviato l’audio dell’inno americano cantato da Lady Gaga, perché “una terra di libertà è una terra di coraggiosi”. Liguori ha ricordato come, nella storia, l’America sia sempre stata in grado di rialzarsi; allo stesso modo in cui dovremmo riemergere dalle conseguenze della pandemia. Infine, non ha dimenticato che resta la terra in cui i sogni possono avere una chance per realizzarsi davvero e, in cui, il “sogno americano”, è ciò che più in assoluto la distingue e la fa grande ancora oggi.
Esattamente come accaduto a Piero Armenti il quale, nato a Salerno, in un posto nel quale per tradizione e cultura del luogo, tutto è già stato già definito e che, invece, giovanissimo, si ritrova in vacanza a New York. Qui inizia a lavorare da una piccola scrivania tra la sesta e la quarantaquattresima strada… Armenti prova a coltivare un’idea, che da anni, ha oramai una forma e una concretezza definite; nata in quella terra che non permette di sfuggire al “condizionamento ambientale” e che, dunque, è in grado di cambiare la nostra storia e la nostra vita. Ma in che modo e misura un fattore esterno può modificarci?
Colgo l’occasione per chiederlo ad Armenti, che ha appena sfornato un altro libro intitolato Se ami New York.
M.A.: “Piero, per “condizionamento ambientale”, intendi forse un contesto tale che ci mette nelle condizioni di essere noi stessi? Possiamo dire che NYC ti ha permesso di diventare ciò che eri? Che New York ha permesso alla tua identità di realizzarsi?”
P.A.: “Assolutamente sì. Probabilmente questa è la definizione più giusta e corretta per descrivere il processo di cambiamento cui mi riferivo poc’anzi. Più che mutamento, dunque, è questa sensazione di libertà, questa condizione che ci permette di essere noi stessi e di esprimerci; che concede di abbandonare sovrastrutture e pregiudizi, alla fine vincolanti e spesso restrittive per una persona, lasciandole la possibilità di progettare e costruire la propria idea. E’ questa certezza di non essere giudicati e di sentirsi liberi che rappresenta anzi, costituisce, la premessa al sogno americano. New York è un luogo che ci permette di autodeterminarsi. E questa è la forza dell’America”.
Piero cosa speri che trattenga il turista che si è rivolto alla tua agenzia?”
“Vorrei che trattenesse il ricordo di ciò che ha vissuto a New York con noi; che fosse contento dell’esperienza vissuta grazie al lavoro dei miei ragazzi. Gli americani dicono “creare memoria”, quel ricordo che custodisci per anni, per la vita, di cui parli appena puoi”.
E cosa mi dici relativamente all’identità della tua agenzia: secondo te ha un’identità forte? Definita? Si differenzia dalle altre realtà?”
“Sì, perché ho la certezza che anche i miei ragazzi – che sono miei dipendenti – siano contenti di lavorare per l’agenzia: c’è una bella energia che crea inevitabilmente valore e identità, senso di appartenenza al gruppo. E tutto ciò si riflette chiaramente sul cliente. Considerato che ci siamo ritrovati a gestire anche 2000 persone a settimana, con contrattempi, imprevisti e tensioni inevitabili quando si lavora e che, anche in quei casi, il team è sempre stato compatto e comunque gratificato dal lavoro che ha svolto”.
Progetti futuri?
“Sì, diversi. Stiamo pianificando un’espansione del brand: cercheremo di portare l’attività in altre zone del mondo. Abbiamo già accordi con altri tour operator in Giappone, Tailandia, ecc…”
Ringrazio Piero per il grande lavoro e l’alta professionalità, certa che anche io tornerò prima o poi nella Grande Mela… pronta per darle un altro morsetto. Del resto, la mela è il frutto più ambito, quello del peccato, pertanto simbolo di libertà e indipendenza…
Termino le interviste con una chiacchierata con il Presidente Massimo Veccia, colui che ha fondato l’Learn Italy e che ha condotto la premiazione. Mi colpisce il modo in cui ha portato avanti il suo discorso, sempre sottolineando l’importanza dei valori alla base di Learn Italy, nel rispetto del lavoro e della meritocrazia ma anche di quelli che distinguono e fanno grande l’Italia, la sua cultura e il suo Made in Italy in USA e nel mondo.
M.A.: Massimo questa premiazione rappresenta un riconoscimento per dei professionisti che si sono distinti grazie alla loro dedizione al lavoro e i risultati raggiunti in Italia e nel mondo. Possiamo dire che sono gli stessi valori sui quali è stata fondata Learn Italy?”
M.V.: “Assolutamente. Learn Italy organizza e gestisce tante iniziative e attività ma tutto quello che realizza rappresenta quello che siamo, il modo in cui viviamo. Con i nostri stessi valori di lealtà, giustizia, pari opportunità assenza di qualsiasi forma di discriminazione. Meritocratica. Trasparenza. E ogni nostro successo è il risultato dell’impegno che ogni persona coinvolta pone in quello che fa”.
M.A.: C’è qualche news recente di cui sei fiero e puoi parlarmi?
M.V.: Si, soprattutto la collaborazione con la Camera di commercio Italia-Usa di New York, in qualità di “collante” di talenti ed eccellenze tra le due nazioni. Sono certo che con la Camera e il suo presidente, Alberto Milani, potremo davvero organizzare una serie di progetti orientati al rilancio dei rapporti, commerciali e anche culturali tra l’Italia e gli USA, sempre mettendo al centro la nostra mission, ovvero sostenere i giovani in percorsi di crescita formativa e professionale. Del resto, abbiamo un grande coach nel nostro gruppo, Dario Silvestri, che prossimamente si occuperà anche di motivazione, public speaking e altri temi fondamentali per la formazione di un professionista.
Inoltre, siamo orgogliosi della nuova sede di Napoli, gestita da Domenico Ciccarelli, che si occuperà di turismo esperienziale per il Sud e il Mediterraneo”.
Ricordiamo infine, che nei prossimi giorni a Milano, il medesimo premio sarà consegnato anche a Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera.