Sono stati il primo grande Paese occidentale a sponsorizzare la fine dell’obbligo di mascherina al chiuso, nonostante l’evidenza scientifica della sua utilità. “Sono sorpreso dalla rapidità con cui siamo disposti a scartare ciò che di buono abbiamo imparato”, aveva dichiarato Ian Mackay, professore associato di virologia.
Oggi, dopo tre mesi di esperimento, gli Stati Uniti fanno un passo indietro e il CDC, Centers for Disease Control and Prevention, cambia di nuovo le sue linee guida, raccomandando a tutti gli americani di indossare le mascherine al chiuso negli spazi pubblici.
Il motivo è il dilagare della variante delta, che colpisce, pur senza effetti gravi, anche le persone vaccinate, che a loro volta possono contagiare e creare nuovi focolai. Convincere gli americani a tornare alle vecchie abitudini, però, non sarà facile. “Una volta che hai lasciato uscire il genio dalla bottiglia – ha commentato Lawrence Gostin, professore di diritto sanitario globale alla Georgetown University – è davvero difficile rimetterlo al suo posto”.

Anche l’OMS, tramite il suo portavoce Tarik Jasarevic, ha fatto sapere che l’organismo sanitario globale consiglia ai governi di continuare a enfatizzare le comprovate misure di salute pubblica e sociale, comprese le mascherine, “finché ci sarà la diffusione del virus”.
L’azzardo degli Usa sembra quindi aver fallito, anche considerando che il numero di dosi di vaccino somministrate nelle ultime settimane è meno della metà di quello della settimana del 13 maggio, quando l’obbligo di indossare protezioni individuali è stato tolto.
“Questo è un grave fallimento nella comunicazione sulla salute pubblica – ha dichiarato Christos Lynteris, professore di antropologia medica all’Università St. Andrews in Scozia – poiché idealmente dovremmo incentivare l’utilizzo delle mascherine non soltanto per tutta la durata della pandemia, ma anche negli anni a seguire”.