C’è stata una telecamera di troppo per i poliziotti della Louisiana, che sono stati ripresi in atteggiamenti molto violenti nei confronti di un uomo di colore, Ronald Greene, mentre si scusava con loro per averli costretti a un inseguimento ad alta velocità. L’uomo è morto poco dopo sull’ambulanza che lo trasportava in ospedale.
“Ho paura”, grida Greene nel video reso pubblico a due anni dall’accaduto. Ma non c’è parola capace di fermare la furia degli ufficiali, che, oltre alle percosse, lo colpiscono più volte con il taser, fino a renderlo inerme con il volto schiacciato sull’asfalto.
È una scena che ricorda molto da vicino quella di George Floyd e che viene illuminata dai riflettori della cronaca dopo due anni in cui la polizia ha cercato in diversi modi di insabbiare le prove, raccontando ai familiari che Greene fosse morto nell’impatto di un incidente.

C’è molto sangue nel filmato pubblicato dall’Associated Press, e di questo sembra accorgersi anche uno degli agenti protagonisti. “Mi sono sporcato le mani – gli si sente dire – spero che questo tizio non abbia l’Aids”.
Il rapporto della polizia, che fino a oggi rappresentava l’unica versione dei fatti, recita “Greene è stato preso in custodia, dopo aver resistito all’arresto e lottato con un agente. Poi ha perso i sensi ed è stato trasportato al Glenwood Medical Center. È morto nel tragitto verso l’ospedale”. In realtà, guardando le immagini, si scopre ben altro. Non c’è stata alcuna “lotta” e l’uomo è caduto in stato di incoscienza dopo aver subito gli effetti della pistola elettrica. “Ne avrai un altro – urla un poliziotto riferendosi ai colpi del taser – se non metti le mani dietro la schiena!”.
Nel video si sentono chiaramente i rantoli dell’uomo che, colpito dalla scossa, non può far altro che rimanere a terra agonizzante, mentre i poliziotti salgono sopra la sua schiena legandogli le mani. “Malizioso, sadico e completamente inutile”: così Andrew Scott, ex capo della Polizia di Boca Raton (Florida), ha definito il comportamento degli uomini in divisa.
La famiglia di Greene, ora che le immagini sono state rese pubbliche, ha intentato una causa federale per omicidio, sostenendo che i soldati abbiano “brutalizzato” Ronald provandogli un arresto cardiaco. I familiari hanno inoltre pubblicato alcune fotografie del suo corpo, per mostrare a tutti i lividi profondi e i tagli sul viso riportati poco prima di perdere la vita.