È stato il re degli imbroglioni. È morto in carcere dove stava scontando l’ergastolo per la sua colossale truffa a migliaia di ricchi e famosi che, prima che venisse scoperto, si litigavano le partite a golf con lui o le gite nel suo megayacht a Palm Beach.
Bernie Madoff è morto ad 82 anni nell’ospedale della prigione federale di Butler, in North Carolina dove stava scontando l’ergastolo. Aveva un tumore ai reni ed era in dialisi da tempo. I suoi avvocati nei mesi scorsi avevano chiesto la scarcerazione “per motivi umanitari”. La richiesta venne respinta.
In realtà era stato condannato, quando aveva 63 anni, a 150 anni di prigione. Un espediente per farlo restare in carcere fino alla fine dei suoi giorni perché avrebbe finito di scontare il suo debito con la società al 213mo compleanno e, se avesse mantenuto la buona condotta, quando avrebbe compito 201 anni. Una condanna pesantissima per gli undici reati federali che aveva commesso e per i quali si dichiarò colpevole, reati che non prevedevano l’ergastolo. Ma la truffa era da record e da record fu pure la punizione. Aveva mandato sul lastrico migliaia di famiglie e le sue truffe diedero un duro colpo al rapporto fiduciario tra gli investitori e Wall Street. Una delle sue vittime si suicidò. Due anni dopo il suo arresto uno dei figli di Madoff si tolse la vita, l’altro figlio è stato stroncato da un tumore. Rubò più di 60 miliardi di dollari ai suoi clienti (il numero esatto non si è mai saputo perché in tanti hanno preferito perdere i soldi pur di non dire che li avevano investiti con lui).
Truffatore insospettabile, ex presidente del Nasdaq, il listino dei titoli tecnologici, aveva creato dal nulla una società di investimenti, la Bernard L. Madoff Investment Securities. Con la moglie Ruth era conteso in tutti i salotti importanti di New York, ma lui era di carattere schivo e la vita sociale la mantenevano la moglie e i figli che giocavano a golf con i clienti più prestigiosi nei club più esclusivi. Era poi nei consigli di amministrazione sia della Yashiva University che della Sy Syms School of Busines.
Nel suo duplex alla 63ma strada di Manhattan intratteneva i pochi amici, nel suo ufficio ad un isolato di distanza, la massa di clienti. Elegantissimo, nel suo spettacolare ufficio incantava i suoi investitori, li invitava a cena, regalava biglietti del parterre della Metropolitan Opera. Nel suo yacht attraccato nel molo della sua villa di Palm Beach amici-investitori si contendevano il viaggio atlantico che dalla Florida li avrebbe condotti nell’altra villa di Madoff a Montauck. E queste erano le sue vittime. Al contrario dei truffatori che chiedono di investire, nel suo caso era il contrario: veniva conteso, pregato per gestire i loro soldi. Non prometteva ricchezze immediate, ma un 8/10 percento annuale sugli investimenti.
Nella sua rete sono caduti ricchi e famosi, attori, artisti di ogni genere, industriali e imprenditori. Da Steven Spielberg, al Nobel per la pace Elie Weisel e gli attori Kevin Bacon e la moglie Kyra Sedwig, Larry King, John Malkovich, Mort Zuckerman, Alicia Koplowitz, considerate la donna più ricca della Spagna, Zsa Zsa Gabor, la famiglia Wilpon proprietaria della squadra di baseball dei Mets, Sandy Koufax ex giocatore di baseball. E poi istituzioni bancarie, come il Banco di Santander, Salomon Brothers, Fairfield Greenwich Company, Bank Medici, la Union Bacaire Privé e, BNP Paribas e decine di altre istituzioni finanziarie i cui executive giocavano a golf con i figli di Madoff.
Al momento del suo arresto aveva conti bancari falsi per dimostrare ai suoi clienti che detenevano partecipazioni per un valore di circa 70 miliardi di dollari. In realtà l’imbroglio era semplice, perché pagava i vecchi investitori con i soldi depositati dai nuovi investitori. Complicata, invece, la manutenzione dell’imbroglio con falsi estratti conto bancari che dovevano essere costantemente aggiornati. Tutto crollò quando gli interessi da pagare ai clienti superarono gli investimenti raccolti. Lo confessò ai figli che contattarono l’Fbi e il giorno dopo il padre venne arrestato. La moglie di Madoff, Ruth, disse che lei e il marito tentarono il suicidio dopo che i figli li informarono che avevano allertato le autorità federali.
Ma a Wall Street non tutti erano “incantati” da lui. I rendimenti che offriva erano troppo alti. L’analista Harry Markopolos fu il primo a sospettare che ci fosse qualcosa di poco chiaro. Suonò l’allarme, ma nessuno gli diede retta.