Hackers scaricano soda caustica nel sistema di depurazione dell’acqua
La notizia è drammatica e le conseguenze potrebbero essere catastrofiche. In Florida, nel paese di Oldsmar sulla costa occidentale dello Stato, nella baia di Tampa, gli hackers sono penetrati nei computer che regolano la depurazione dell’acqua e hanno scaricato soda caustica in una quantità superiore 100 volte a quella che deve essere normalmente usata. Fortunatamente non è successo nulla, ma è stato solo per una circostanza fortuita. Le indagini vengono svolte dall’Fbi, dall’Homeland Security e dalla Cyber Security federale. Tutti concordano che si sia trattato di un attentato terroristico, ora la caccia è per scovare chi lo abbia lanciato. Gli inquirenti non parlano e non vogliono commentare se si sia trattato di un attacco di hackers all’interno degli Stati Uniti o se sia trattato di un attentato condotto da un altro Paese.
Venerdì scorso, poco dopo l’una e mezza del pomeriggio un impiegato dell’azienda comunale del depuratore dell’acqua ha visto apparire sullo schermo del suo computer il puntatore che si muoveva senza che lui avesse toccato il mouse. Per circa cinque minuti il puntatore entrava e usciva nella casella abilitata a scaricare l’idrossido di sodio, la soda caustica appunto, che in piccola quantità viene usata nel processo di purificazione. Fortunatamente è riuscito prendere le contromisure immediatamente bloccando il processo.
Bob Gualtieri, sceriffo della contea di Pinella, nel corso di una conferenza stampa ha sottolineato come solo per fortuna non sia avvenuta una strage. “Il sistema di protezione dei computer è molto sosfisticato – ha detto Gualtieri – solo un hacker con la conoscenza diretta delle password e del complicato sistema di difesa cibernetica a protezione dell’impianto sarebbe potuto entrare remotamente nei computer”.
Questo attentato si aggiunge ad un’altra serie di intrusioni criminali fatte con i computer che negli ultimi mesi hanno preso di mira ospedali e strutture mediche.
Vietato sedurre chi è sposato: condannato a risarcire il coniuge tradito
Tempi duri per gli amanti in North Carolina. Un magistrato della Supreme Court di Durham ha condannato un uomo che aveva carpito l’affetto di una donna sposata a risarcire il legittimo marito per i danni creati dalla relazione extraconiugale. Risarcimento di 8 milioni e 800 mila dollari: 2 milioni e 200 mila per il danno di per se, 6,6 milioni di compensazione per la lesione affettiva. Nella motivazione della sentenza il magistrato ha affermato che la relazione extraconiugale durata circa un anno ha privato Keith King degli affetti della moglie contratti nel matrimonio e che l’amante era a perfetta conoscenza che la donna fosse sposata. Per il magistrato la coppia aveva un felice matrimonio fintanto che una persona ha sedotto la moglie. Oscura la formula per la quantificazione economica del danno.
Questo è il primo caso in North Carolina in cui l’amante deve risarcire il coniuge leso. Nel 2011 un altro giudice condanno’ un donna sposata che aveva avuto una relazione extraconiugale a risarcire il marito con 30 milioni di dollari per aver negato al legittimo marito l’affetto coniugale. In questo caso fu la moglie fedifraga ad essere condannata al risarcimento dei danni. Ora, invece, e’ l’amante .
Dopo la sentenza una ditta legale di Raileigh ha avviato la procedura per contattare circa 200 coppie in crisi che lo scorso anno si erano rivolte al tribunale per chiedere la separazione nel caso in cui o il marito o la moglie avevano avuto una relazione al di fuori del matrimonio. Gli avvocati ora vogliono sapere da chi e’ stato abbandonato se e’ intenzionato a chiedere il risarcimento all’amante del coniuge.
Quando in una udienza di Tribunale su zoom, per avvocato ti spunta un gatto
Incidenti legali nel periodo della pandemia. Per via del coronavirus quasi tutti i tribunali civili sono chiusi e le udienze si tengono in remote. Ieri nella corte della contea di Presidio in Texas l’avvocato Rod Ponton, che dal suo studio prendeva parte alla seduta via Zoom, ha inavvertitamente azionato il filtro che nasconde il proprio volto e lo sostituisce con un animale che si vuole scegliere. In questo caso Rod Ponton ha inconsapevomente selezionato il filtro del gatto. E l’udienza è iniziata così: il magistrato al centro dello schermo, l’avvocato della parte lesa a destra e a sinistra il micio. Per circa mezzo minuto Rod Ponton parlava e il gatto sugli schermi del magistrato e dell’altro avvocato muoveva la bocca con la voce di Ponton. Dopo le risate il magistrato Roy Ferguson, con l’aiuto degli altri avvocati che prendevano parte all’udienza, ha istruito passo passo Ponton come togliere il filtro e sostituirlo con il proprio volto.
Il legale si è scusato affermando che il suo computer era stato usato poco prima da suo nipote che aveva fatto i compiti in remoto e nella sua classe c’erano anche un leone, una zebra e un pinguino. Alla fine dell’udienza l’avvocato Ponton ha salutato colleghi e magistrato con un “miao”.
Il video dell’udienza è diventato virale.