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September 22, 2020
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Trump all’ONU attacca la Cina e dice: “Pace con la forza, gli USA più forti che mai”

Il Presidente degli USA con un discorso di sette minuti si scaglia contro Pechino per le sue reticenze sul coronavirus ma anche per l'inquinamento ambientale

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 4 mins read

Dopo una lunga introduzione della sua ambasciatrice all’ONU Kelly Kraft (vedi video sopra) presente nella grande sala del Palazzo di Vetro, in cui venivano tessute le lodi del “Commander in Chief”, Donald Trump ha parlato via video all’Assemblea Generale, con un discorso tanto breve quanto aggressivo. Alla fine il presidente USA ha anche ricevuto un applauso dalla sparuta platea dell’ONU che obbligava le varie missioni ad avere in sala solo una persona dove di solito si seggono in sei.

Trump, che hai iniziato con la pandemia e il ruolo degli USA nell’assicurare un vaccino, ha poi subito diretto le sue frecciate contro la Cina, accusata di tutto. Non solo infatti il Presidente degli Stati Uniti ha puntato il dito contro Pechino per i suoi ritardi ad avvertire il mondo del pericolo del covid-19, ma poi ha continuato anche nell’accusare i cinesi dell’inquinamento mondiale, soprattutto degli oceani.

Le telecamere dell’ONU impietosamente si soffermavano sull’ambasciatore della Cina, che cercava di contenere una smorfia di disgusto mentre Trump continuava con le sue accuse.

Trump pronuncia dalla Casa Bianca il suo discorso per l’UNGA 75

Trump ha assalito la Cina con un discorso di classico stampo “elettorale”, in cui nel mostrare i muscoli contro la potenza che la Casa Bianca vuole che gli americani percepiscano come la più pericolosa rivale degli USA, ha chiesto anche all’ONU di punire per il ruolo avuto nella diffusione del coronavirus. “Nei primi giorni del virus, la Cina ha chiuso i suoi viaggi domestici mentre consentiva i voli in partenza dalla Cina e infettava il mondo” ha detto Trump nel discorso. “Il governo cinese e la World Heath Organization – che è controllata dalla Cina –  hanno falsamente dichiarato che non c’era alcuna prova di trasmissione del virus da persona a persona”, ha continuato Trump, dicendo: “Le Nazioni Unite devono ritenere la Cina responsabile per le loro azioni”.

Trump ha continuato attaccando la Cina anche per il suo ruolo inquinante degli oceani, sfornando i numeri di quanto gli USA abbiano  ridotto le loro emissioni nell’atmosfera rispetto al resto del mondo pur dopo essere usciti dall’accordo di Parigi, per poi intimare: “Coloro che attaccano l’eccezionale record ambientalista dell’America mentre ignorano il rampante inquinamento della Cina non sono interessati all’ambiente. Vogliono solo punire l’America, e io non lo permetterò”.

Tump ha ricordato alle Nazioni Unite  “a maggiormente concentrarsi nei reali problemi nel mondo. Questi includono il terrorismo, l’oppressione delle donne, il traffico di droga, il traffico degli umani, persecuzioni religiose  e delle minoranze religiose. L’America sarà sempre leader nei diritti umani”.

Poi un passaggio in cui il presidente USA ha provato a scuotere l’Assemblea sui diritti umani anche delle minoranze sessuali nel mondo: “La mia amministrazione, oltre che per l’opportunità alle donne, è per la depenalizzazione dell’omosessualità, e proteggerà i bambini”.

Poi Trump ha cominciato a legare la forza degli USA con la sicurezza del mondo: “Noi sappiamo anche che la prosperità dell’America è la fortezza per la sicurezza e la libertà in tutto il mondo… In 3 brevi anni abbiamo ricostruito l’economia e lo stiamo facendo di nuovo rapidamente…. Abbiamo speso 2,5 miliardi di dollari negli ultimi 4 anni per i nostri militari. Abbiamo le forze militati più potenti al mondo, e non è ancora finita”. 

Proseguendo il discorso Trump, mentre ha continuato ad accusare la Cina, è passato velocemente da un argomento all’altro, come se dovesse battere il record di brevità per un discorso pronunciato dagli Stati Uniti alle Nazioni Unite: “Abbiamo resistito a decenni di abusi commerciali dalla Cina. Abbiamo rivitalizzato l’alleanza NATO, dove altri paesi stanno ora pagando una quota molto più equa. Abbiamo stretto partnership storiche con Messico, Guatemala, Honduras ed el Salvador per fermare il traffico degli umani. Stiamo al fianco del popolo di Cuba, Nicaragua e Venezuela nella loro lotta per le libertà”.

Dal breve discorso di Trump, non poteva mancare l’altro bersaglio “speciale”, l’Iran, messo insieme con l’Isis come se fossero un tutt’uno (e invece sono nemici): “Ci siamo ritirati dal terribile accordo nucleare iraniano e abbiamo imposto sanzioni al più grande sponsor mondiale del terrore. Abbiamo eliminato il califfato dell’Isis e ucciso il suo fondatore e leader al-Baghdadi e eliminato il principale terrorista del mondo Soleimani“.

Donald Trump by Antonella Martino

Poi ecco che Trump si è preso tutti i meriti per l’accordo tra Serbia e Kosovo e ovviamente anche gli accordi di pace tra Israele e gli Emirati e il Bahrein: “Questo mese abbiamo raggiunto un accordo di pace tra Serbia e Kosovo. Abbiamo raggiunto due accordi di pace in Medio Oriente, dopo decenni di nessun progresso, Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrein hanno firmato uno storico accordo di pace alla Casa Bianca, e molti altri paesi del Medio Oriente stanno arrivando. Sanno che è la cosa migliore per loro e per il mondo. Sono accordi di pace rivoluzionari all’alba del nuovo Medio Oriente. Abbiamo adottando un approccio diverso e abbiamo ottenuto risultati diversi e superiori… Abbiamo intenzione di fare a breve altri accordi di pace e sono ottimista per il futuro della regione. Non c’è più sangue nella sabbia. Quei giorni spero siano finiti”.

Quindi ecco ribadito il ruolo di pacificatore ma basato sulla forza degli USA: “Gli Stati Uniti stanno lavorando per porre fine alla guerra in Afghanistan e stiamo riportando le nostre truppe a casa. L’America sta realizzando il destino di pacificatore, ma è pace attraverso la forza. ora siamo più forti che mai. Le nostre armi sono a un livello avanzato come mai prima e come non abbiamo mai nemmeno pensato. prego Dio che non dovremo mai usarle”.

Ecco che Trump in chiusura ha trovato anche il modo di elogiare l’approccio dell’interessa nazionale che precede ogni forma di multilateralismo:  “Per decenni, le stesse voci hanno proposto le stesse soluzioni fallite, perseguendo ambizioni globali a scapito del proprio popolo, ma soltanto quando ci si prende cura dei propri cittadini si troverà una vera base per la cooperazione. Come presidente, rigetto gli approcci fallimentari del passato e metto con orgoglio l’America al primo posto, (proprio come dovresti mettere al primo posto i tuoi paesi). E’ questo che bisognerebbe fare”.

Infine l’auspicio che la pandemia l’anno prossimo sia ormai alle spalle: “Sono estremamente fiducioso che il prossimo anno quando ci riuniremo di persona, saremo nel mezzo di uno dei più grandi anni della nostra storia e della storia del mondo.Grazie. Dio benedica tutti, benedica l’America e le Nazioni Unite”.

 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e dirigo La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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