Mala tempora currunt. E non perché c’è il coronavirus, ma perché siamo terrorizzati dal coronavirus. Scopriamo di non essere immortali, di aver bisogno di solidarietà per sopravvivere, non di edonismo e consumismo. Delle cose possiamo fare a meno, ma non delle persone. Sono solo loro che ci possono aiutare a stare su questa terra, non i beni materiali che ora non ci possiamo nemmeno comprare. Abbiamo bisogno di medici, infermieri, volontari che facciano per noi quello che noi mai ci saremmo sognati di fare per loro…
Ciò nonostante chi sta bene professa la filosofia spicciola della dietrologia colpevolizzante: “Fossero state fatte le cose giuste al momento giusto…” Insomma, addosso a Conte. Ossia i disonesti, che sono faziosi e infantili, non vogliono ricordare che tutti quanti demmo del pazzo a Giuseppe Conte appena ventilò le restrizioni. Non vorrei essere al posto del Presidente del Consiglio ora; e sono certa che nemmeno uno dei nostri politici vorrebbe esserlo. Perché, prima o poi, sarà il capro espiatorio e non voglio pensare come verrà arrostito sul rogo. Anche se le sue misure di segregazione collettiva si dimostreranno utili a far regredire il virus, verrà condannato per la rovina economica italiana. Del resto già c’è gente che, non lavorando, non ha soldi in tasca per fare la spesa e ci sono aziende che falliranno per aver fermato produzione e vendita. Abbiamo sempre voluto tutto e non siamo capaci di scegliere tra salute e profitto, tra salvare la pellaccia o la pelliccia, perché la capacità di scelta è dote delle persone responsabili delle proprie azioni. No, meglio demandare la responsabilità al governo.
Sono rimasta basita dal ragionamento totalitarista di un conoscente sindacalista che mi ha scritto: “Gli italiani che sono scappati al Sud sono gente che si difende da un pericolo: hanno il diritto di essere quello che sono, non bisogna punirli. Non accetto l’idea che sia colpa nostra, perché ognuno fa quello che pensa sia possibile fare, tipo montare in auto e in treno se gli si lascia il tempo di scappare prima che venga emanato un decreto. Sta all’autorità vietare, non al cittadino rinunciare ad andare via”. Ho eccepito che siamo in guerra e quello che ci viene chiesto è solo di stare a casa, non di andare a morire al fronte. Ma scappare al Sud e contaminare i Fratelli d’Italia lo trovo un comportamento irresponsabile da disertore, traditore. Allora il tricolore gli serve solo per nascondercisi dietro.
No, tali italiani non hanno diritto di essere quello che sono né penso che tutti gli italiani siano dei simili codardi. Conosco diversi meridionali che si sono guardati bene dal lasciare il Nord e andare ad infettare parenti ed amici. In un Paese civile non dovrebbero servire leggi con sanzioni penali durante un’epidemia. Il tizio mi ha risposto: “Non siamo in un Paese civile: chi governa doveva saperlo e agire conseguentemente”.
Secondo lui, Conte avrebbe dovuto comportarsi come un dittatore. E’ da un mese che ci esorta di non uscire di casa e c’era già in vigore una sanzione in tal senso. La civiltà non si misura per il numero di leggi scritte, ma per il rispetto che si ha del prossimo. La grammatica morale è fondamentale per l’esistenza di una società civile; altrimenti è giungla. Il tizio ha replicato: “Elisabetta, tu fai del moralismo. Insisti a giudicare quelli che sono scappati: evita di giudicarli, le loro ragioni andrebbero comprese. Non c’è obbligo ad essere eroici. Chi governa lo doveva sapere”. Mi è saltata la mosca al naso e gli ho scritto che non si permetta di dire che io insisto: sono dialettica e quindi democratica e ho il diritto di esprimere la mia opinione. Io non voglio un governo coercitivo, tipo Cina, dal quale non si torna indietro. E se la maggioranza è codarda e irresponsabile, come possiamo pretendere che chi ci governa non lo sia? Io non faccio moralismo, ma parlo di etica, che viene prima della coercizione normativa. Perché denigrare con la parola moralismo dei principi morali individuali su cui si deve basare una comunità sociale?
Chi giudica Conte, deve giudicare anche gli italiani irresponsabili: non sono dei minorenni da difendere. Ognuno deve fare la sua parte in una società civile, ma molti non sono cives. Basta sovranismi, paternalismi, fascismi. Basta con chi si erge al di sopra di noi considerandosi superiore e vuole comandarci con la scusa di guidarci. Non dobbiamo essere sudditi che nella buona sorte si affidano a un padrone padrone padreterno, mentre nella cattiva gli affibbiano la colpa e lo sgozzano. Questo è un comportamento da servi ignoranti non da uomini liberi che considerano sommi valori il rispetto e l’uguaglianza.
Molti in questi giorni stanno morendo di mancanza d’aria, noi che stiamo a casa a non far niente abbiamo l’opportunità di respirare cultura. Leggete, leggete per imparare a guardare avanti e non indietro.
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