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April 4, 2019
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La furia del bullismo, del cyberbullismo e la doppia punizione per la vittima

In una scuola di Pistoia una studentessa ubriaca viene legata dai compagni, oltraggiata e poi le immagini diffuse su internet. Alla fine punita anche lei

Francesco PirabyFrancesco Pira
La furia del bullismo, del cyberbullismo e la doppia punizione per la vittima
Time: 3 mins read

In Italia oltre alle fake news ci sono altri nemici che sembrano imbattibili: bullismo, cyberbullismo e sexting. Nonostante una legge recente i bulli e le bulle impazzano con ripetuti episodi di violenza che trasferiscono con riprese molto efficaci sui social e che naturalmente diventano virali. Ogni giorno la cronaca di restituisce un caso, che viene puntualmente e meticolosamente commentato. Ogni giorno in varie scuole di tutto il Paese si svolgono conferenze o convegni per sottolineare il perché, il come, il prima o il dopo. Ma non sembra esserci una soluzione per fermare questa nuova barbarie che sta mietendo vittime, che crea violenza fisica e psicologica.

Ho iniziato da tempo una battaglia personale. Ho svolto ricerche, scritto articoli scientifici sul tema, messo a disposizione le mie conoscenze a studenti, docenti e genitori. Ma La furia del bullismo e del cyberbullismo sembra non trovare qualcosa che possa bloccare questa violenza nella violenza. Ma c’è un caso recente, che è opportuno ricordare per evitare che non si apra un dibattito molto serio, sul dopo, appunto. Nella verde Toscana, regione sempre emancipata, la prima ad eliminare la pena di morte in Italia, una decisione è stata presa da un Consiglio d’Istituto, su cui bisogna riflettere seriamente per capire se a volte il rimedio non può essere peggiore del male. Ma andiamo con ordine.

E’ accaduto, secondo quanto riferiscono che le cronache che nel corso di  un’assemblea studentesca, una studentessa di 15 anni avesse ecceduto con l’alcool e ubriaca era stata intercettata da 5 suoi compagni, bulli e cyberbulli che prima  l’hanno legata con scotch di carta e le hanno  tirato addosso dei rifiuti  e poi, come nel più classico degli episodi di questo genere hanno pubblicato tutto sui social network per far conoscere al mondo la loro opera d’arte. La Questura di Pistoia ha già prelevato le immagini. La ragazza, è rea di aver portato a scuola alcool e invece di ascoltare il verbo dei compagni durante l’assemblea si è ubriacata.

Intanto c’è da chiedersi come mai tutto questo è sfuggito alla sorveglianza. E soprattutto ci chiediamo come mai nessuno si è accorto di quanto stava accadendo e perché tra i puniti non figurano anche quelli che dovevano in qualche modo garantire l’ordine. Ora è vero che qualche anno è passato ma “ai miei tempi “, per dirla con mia nonna,  una cosa di questo tipo era difficilissima. Anche alle assemblee d’istituto c’erano controlli serrati. Professori che giravano, bidelli (oggi non si chiamano più così) capaci di fulminarti anche solo con uno sguardo e velocissimi a riferire tutto al Capo d’Istituto. Comunque in questo istituto di Pistoia dopo si sono accorti di quanto è accaduto e la Dirigente Scolastica (oggi non si chiamano più Presidi) ha promesso e poi comunicato una punizione esemplare per tutti, bulli e pupa, nella fattispecie: sospensione di un mese, 7 in condotta e bocciatura.

Ma c’è di più: i quindicenni protagonisti della bravata, durante il mese di sospensione dovranno  frequentare comunque  la scuola e svolgere dei lavori socialmente utili: non potranno stare in classe, ma seguiranno i compagni con problemi di apprendimento e handicap. Il tutto con protesta dei rappresentanti d’istituto che hanno mostrato la loro anima. Adesso il dibattito sulla pena è aperto tra docenti, studenti e genitori. Troppo o troppo poco? E poi la vittima che ha mischiato whisky e birra è stato legata e insultata e ripresa deve essere trattata allo stesso modo degli altri che hanno su di lei hanno esercitato violenza fisica e psicologica e l’hanno ripresa e piazzata sui social con commenti inimmaginabili? Tutto è finito nelle Storie di Instagram con pubblico ludibrio.

Adesso di questa assurda vicenda si occuperà la Procura per i minori di Firenze, che già ha aperto un fascicolo per violenza privata. Al momento la vittima, rea di essersi ubriaca di mattina a scuola, e già questo è singolare, è stata punita al pari dei suoi carnefici. Un episodio che ci deve fare riflettere sulle tante falle della società italiana. Una vicenda che vorremmo non passasse inosservata. Ma che penso in tanti dimenticheranno presto. Purtroppo. Ma questo non ci deve far smettere di lottare e di pensare che una società migliore può esserci senza sbronze al mattino e senza giustizieri bulli e cyberbulli.

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Francesco Pira

Francesco Pira

“Il potere è fare le cose per gli altri”. Questa frase scritta nella piccola sacrestia di un prete cristiano caldeo a Bagdad è quella che mi ha sempre accompagnato nelle mie esperienze umane e professionali. Amo leggere, scrivere, ma soprattutto quando posso narrare. Mi piace, come sosteneva Enzo Biagi, raccontare storie di persone comuni. Scrivo da quando avevo 14 anni. Fin da giovane ho coltivato la passione del giornalismo. Oggi insegno, nell’ambito della sociologia, comunicazione istituzionale e teorie e tecniche del linguaggio giornalistico all’Università di Messina. I miei territori di ricerca comunicazione e giornalismo con focus costanti sul rapporto tra adolescenti e nuove tecnologie, la comunicazione politica, sociale e pubblica. Sono un siciliano che ama il “lato giusto” della Sicilia. Vivo con il sogno prima o poi di trasferirmi negli Stati Uniti.

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