La camicia bianca, un pullover verde pino e il giubbotto antiproiettili a fare da scudo. Luigi Mangione è entrato in un’aula del tribunale di Manhattan per la prima volta dopo che, lo scorso dicembre, è stato accusato di omicidio e terrorismo a livello statale per aver ucciso il CEO di UnitedHealthcare Brian Thompson vicino a Times Square.
Il giudice Gregory Carro ha respinto la richiesta di rimozione delle catene, che fermavano mani e piedi di Mangione, e ha dato il via all’udienza. Sono state presentate tutte le prove che l’accusa ha raccolto finora – i filmati delle bodycam e i fascicoli del medico legale. Secondo la difesa, non sono sufficienti. La legale Karen Friedman Agnifilo ha dichiarato che il Dipartimento di Giustizia ha rifiutato di trasferire Mangione in custodia statale, nonostante, per il momento, il processo federale non è ancora cominciato. Il magistrato giudicante ha terminato la seduta senza annunciare la prossima data per continuare il dibattimento.
Fuori dal tribunale e poi dentro all’aula, decine di persone si sono raccolte attorno a Mangione per supportarlo. Non solo: la raccolta fondi per sostenere le spese legali ha raggiunto già più di 500 mila dollari, con l’obiettivo di arrivare al milione. Il giovane ha ringraziato i suoi ammiratori con una lettera dalla custodia: “Sono sopraffatto e grato da chi mi ha scritto per condividere la propria storia ed esprimere il suo supporto”.
Dei suoi familiari, nessuno ha partecipato all’udienza.
Il giovane 26enne è stato accusato di aver ucciso con una pistola il CEO del colosso assicurativo UnitedHealthcare lo scorso 4 dicembre nel cuore di Manhattan. Mangione si è poi dato alla fuga per essere rintracciato e arrestato il 9 dicembre in un McDonald’s di Altoona, in Pennsylvania. Si è dichiarato innocente.