Democratici e repubblicani di New York attendono col fiato sospeso il verdetto della governatrice Kathy Hochul in merito alle elezioni speciali per coprire il seggio (non ancora) vacante della deputata Elise Stefanik, scelta da Donald Trump come ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite. In ballo c’è la riduzione della maggioranza alla Camera sull’agenda del GOP.
La Commissione competente al Senato ha votato 19 a 3 per convalidare la nuova rappresentante Onu, ma manca l’approvazione collegiale. Le dimissioni di Stefanik creerebbero uno squilibrio nel controllo dei repubblicani alla Camera, che al momento contano una maggioranza risicatissima di 218 a 215.
La norma attuale prevede che, dal momento delle dimissioni, la governatrice Hochul ha 10 giorni per indire le elezioni speciali e dai 70 agli 80 giorni per organizzarle. In questo modo, il seggio alla Camera lasciato vacante potrebbe essere coperto fra aprile e maggio.
I democratici hanno proposto di accorpare le elezioni speciali per sostituire Stefanik con le primarie di giugno o con l’Election Day di novembre, quando verrà eletto il nuovo sindaco di New York. L’obiettivo sarebbe “aumentare l’affluenza alle urne e ridurre i costi dell’amministrazione”.
I repubblicani hanno rilanciato che l’ipotesi di ritardare le elezioni speciali, e quindi lasciare un seggio del GOP vacante per diversi mesi, è una strategia del partito democratico di rallentare l’agenda dell’amministrazione Trump e hanno chiesto alla ministra della Giustizia Pam Bondi di avviare un’indagine per corruzione e cospirazione su Hochul e i suoi colleghi qualora la governatrice decidesse di approvare la norma.