A New York cresce la tendenza dei grattacieli di lusso di offrire ristoranti esclusivi all’ultimo piano, parte delle “amenities” per giustificare prezzi stratosferici. I ristoranti sono destinati a una clientela ultra-ricca composta dai residenti del grattacielo e i loro ospiti. Tuttavia, gli chef che ci lavorano soffrono di poca visibilità pubblica, e restano privi del riconoscimento e delle recensioni critiche che alimentano la loro carriera. Il New York Times dedica un lungo articolo al 10 Cubed, un ristorante al 100° piano della Central Park Tower a New York, dove lo chef Nduvo Salaam si esibisce in solitudine in un esercizio di eccellenza per pochi occhi. Spesso infatti questi ristoranti esclusivi lavorano per pochi coperti.
Come spiega Kent Wu, un agente immobiliare di Douglas Elliman che l’anno scorso faceva parte di un team che ha siglato un accordo di 115 milioni di dollari su un appartamento alla Central Park Tower, “è una ristorazione dedicata a una certa clientela, che si aspetta un certo livello di cucina”.”Si tratta di persone piuttosto facoltose disposte a pagare oltre 3.000 dollari al metro quadro per l’acquisto di una appartamento”, sottolinea.
I broker che comprano e vendono unità negli edifici di lusso nella Grande Mela spiegano che questi ristoranti sono spesso vuoti. Ciò è in gran parte dovuto al fatto che i loro ricchi residenti viaggiano spesso e passano da un appartamento all’altro in altre città e paesi. Quando si fermano a New York, preferiscono mangiare al ristorante. Per la loro clientela questi “ristoranti tra le nuvole”, non offrono solo piatti di cucina stellata ma sono sempre attenti a soddisfare eventuali richieste dei loro clienti e organizzano eventi che arricchiscono l’esperienza con degustazioni di whisky o di vini pregiati.