Arrivata alla seconda edizione, all’Istituto Italiano di Cultura si è tenuta la cerimonia di consegna degli Italian Reputation Award, un’iniziativa organizzata da Reputation Research, RetImpresa, Progetto Alfa, IARL – Italia America Reputation Lab e Federmanager che premia “le persone che si sono distinte per il contributo particolare alla comunità italiana negli Stati Uniti”, come ha annunciato la moderatrice e giornalista di SkyTG24 Cristiana Mancini.
Il direttore dell’IIC-NY Fabio Finotti, giunto all’ultimo giorno del suo mandato di quattro anni, ha fatto gli onori di casa introducendo la serata: “La reputazione è diventata un elemento essenziale, sotto tanti aspetti. Al giorno d’oggi è fondamentale anche quando è il momento di chiudere delle trattative diplomatiche e commerciali”. E poi ha letto la lettera scritta dal ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani: “Gli Italian Reputation Award sono un importante riconoscimento rivolto alle personalità che si sono distinte per la promozione dell’Italia in tutto il mondo con il costante impegno e spirito di innovazione”.


A rappresentare il Parlamento c’era il deputato Christian Di Sanzo, eletto nella Ripartizione America Settentrionale e Centrale, che è intervenuto esordendo: “Questi premi oggi sono importanti perché danno valore all’eredità italiana a New York, che non sempre è stata rispettata. È fondamentale consegnare un riconoscimento agli agenti che rendono la comunità italiana nel mondo ogni giorno più forte e significativa”.
Presente alla cerimonia anche Silvana Mangione, vicesegretaria generale del Consiglio Generale degli Italiani all’estero (CGIE). Il Console Generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele ha inviato un videomessaggio: “È un’iniziativa rilevante e in crescita perché si concentra sulla reputazione che è un valore intangibile e difficilmente decifrabile. L’impatto delle attività e la percezione non sempre sono sotto il nostro controllo e chi, invece, porta onore alla nostra cultura è da premiare, soprattutto a New York che funge da amplificatore delle tendenze sociali e culturali”.


Per i criteri di selezione, “abbiamo distinto dieci dimensioni – ha dichiarato il fondatore di Italian American Reputation Lab, Davide Ippolito –, abbiamo brevettato una metodologia di analisi riconosciuta come l’unica in Europa. Quindi siamo andati a differenziare come si va a posizionare un brand o una persona all’interno di queste dimensioni. Fino a 15 anni fa, questa parola era un po’ fuffosa perché ognuno aveva una propria interpretazione. Ma proprio per questo motivo mi affascinava. Quindi ho cominciato a studiare come funzionano i processi di reputazione. Non esiste un valore oggettivo. Si basa su due elementi: quello che facciamo e quello che viene percepito, che a loro volta si suddividono in tanti altri segmenti”. Il premio è una medaglia, realizzata ad hoc dall’artigiano Marco De Luca, sulla quale è incisa la dea Euclea della reputazione.
I premiati della seconda edizione degli Italian Reputation Award sono stati: Mons. Dario Edoardo Viganò per la sua capacità di creare un dialogo fra cultura cinematografica e religione; la dr.essa Annamaria Colao per il contributo alla medicina e alla ricerca scientifica nelle malattie metaboliche; il dr. Virgilio Sacchini per il progresso nella chirurgia oncologica negli Stati Uniti; Emiliano Ponzi per lo sguardo innovativo nell’ambiente creativo; Matteo Zuretti per aver consolidato l’influenza italiana in NBPA e nel panorama sportivo internazionale; Pasquale Punzo come riferimento globale di sostenibilità nella progettazione di impianti per il trattamento delle acque; Alfonso Cerullo per il suo contributo nell’innovazione nel campo dell’ottica grazie alla sua leadership all’interno di EssilorLuxottica; Emanuele Battista e Alessio Sansò per l’impegno incisivo nell’inclusività attraverso la creazione di Limitless device, una start up che agevola la mobilità nelle persone disabili; e Mario Calvo-Platero per il suo ruolo di imprenditore, presidente del Gei (Gruppo esponenti italiani) e commentatore giornalistico.


