L’ex governatore di New York Andrew Cuomo è dato in testa alla corsa democratica per la poltrona di sindaco di New York – ma la marcia verso City Hall si preannuncia irta di pericoli.
L’ultimo sondaggio disponibile, commissionato dal gruppo Progressives for Democracy in America e condotto lo scorso dicembre, mostra Cuomo al 32% tra i possibili elettori democratici, seguito dall’ex revisore dei conti della città Scott Stringer con il 10% e dal suo successore Brad Lander con l’8%. La senatrice statale Jessica Ramos e l’attuale sindaco Eric Adams si fermano al 6%, mentre l’ex presidente del distretto del Bronx, Rubén Díaz Jr., si piazza al 7% assieme a un nugolo di altri candidati minori.
Nonostante il discreto vantaggio in termini assoluti, i dati relativi alla popolarità di Cuomo non sono però tutti rosa e fiori. Il 44% degli elettori continua infatti ad avere un’opinione sostanzialmente negativa sul 67enne italoamericano, rispetto al 48% che lo vede positivamente.
Con il sistema del voto di preferenza (ranked-choice voting), che consente agli elettori di classificare i candidati in ordine di preferenza anziché scegliere un solo candidato, Cuomo conserverebbe il suo primato al primo turno ma vedrebbe i suoi favori ridursi nei turni successivi di “scrematura”: le primarie prevedono che se un candidato ottiene più del 50% dei voti come prima scelta viene automaticamente dichiarato vincitore, altrimenti si procede eliminando via via il candidato con il minor numero di voti, e i suffragi di chi lo aveva scelto come prima preferenza vengono trasferite al secondo candidato indicato. Al quinto turno, Stringer rimarrebbe al secondo posto con il 16%, mentre Adams verrebbe eliminato dopo il quarto turno, con solo l’8% dei voti.
Adams, il sindaco in carica, deve fare i conti con un drastico calo della sua popolarità rispetto alla vittoria del 2021. Il sondaggio mostra che il 71% degli intervistati ha un’opinione negativa sull’ex capitano di polizia, in netto contrasto con la sua prima campagna elettorale. Ma la cosa non sembra scalfire l’ottimismo del primo cittadino afroamericano.
“I sondaggi a questo punto non contano niente”, ha dichiarato Adams lunedì facendo riferimento a una rilevazione del febbraio 2021 in cui l’ex candidato dem Andrew Yang veniva dato per super-favorito. “A febbraio, Yang mi stava battendo. Ma sapete cosa? Non diciamo ‘Sindaco Yang, diciamo ‘Sindaco Adams'”.

Sia Cuomo che Adams hanno a che fare con le proprie beghe giudiziarie. Il primo è indagato per la gestione delle morti nelle case di riposo durante la pandemia e per presunte molestie sessuali che ne hanno causato le dimissioni da governatore nel 2021. Sebbene Cuomo neghi ogni accusa, in caso di ufficializzazione della sua candidatura è praticamente certo che i suoi rivali, tra cui Stringer e Lander, siano già pronti a mettere il dito nella piaga.
Adams, al contempo, deve fare i conti con le infamanti accuse di corruzione per aver presumibilmente accettato regali e viaggi di lusso da parte di intermediari legati alla Turchia in cambio di favori politici – tra cui l’apertura del nuovo consolato turco a Midtown Manhattan senza previa ispezione di sicurezza.
Stringer, che a sua volta è stato accusato di molestie sessuali nel 2021 (che affossarono la sua candidatura a sindaco), si è presentato come un’alternativa più “pulita” e autenticamente progressista rispetto a Cuomo e Adams. Anche Brad Lander e Jessica Ramos sono pronti a spingere sulle loro credenziali di sinistra, cercando di guadagnare terreno in una corsa che potrebbe vedere Cuomo e Adams contendersi il voto dei democratici più moderati e della minoranza afroamericana finora rimasta in gran parte fedele ad Adams.
Adams rimane peraltro convinto che il suo operato lo condurrà nuovamente alla vittoria. “Ho guidato questa città nei momenti più difficili”, le sue parole. “Quando la gente guarderà indietro, dirà: ‘Wow, questo sindaco, dislessico, cresciuto a South Jamaica, educato nelle scuole pubbliche, di origini umili, ha fatto qualcosa che nessuno pensava potesse fare’”.
Se la riconferma a City Hall è improbabile, non è però detto che sia impossibile. Il sondaggio rivela anche che il 18% degli elettori è ancora indeciso, segno che la corsa è ancora aperta. Prima delle primarie del 25 giugno i candidati dovranno assicurarsi i fondi necessari dalla City’s Campaign Finance Board per poi sperare nel favore dei cittadini nel voto di preferenza.