Un appello corale, firmato da oltre 200 top models, ha raggiunto la governatrice di New York, Kathy Hochul, affinché dia il via libera al Fashion Workers Act. Tra le firmatarie della lettera aperta compaiono nomi eccellenti come Christy Turlington, Helena Christensen, Alessandra Ambrosio e Beverly Johnson, tutte chiedono maggiori tutele riguardo a molestie sessuali, discriminazioni e i vari rischi derivanti dall’uso non regolamentato dell’intelligenza artificiale.
Già approvato dall’Assemblea e dal Senato dello Stato lo scorso giugno, il disegno di legge attende solo la firma, prevista entro il 24 dicembre, di Hochul per divenire esecutivo.
Nel documento viene sottolineata l’urgenza di introdurre tutele di base per garantire un ambiente di lavoro sicuro ed equo nell’industria della moda. Le indossatrici hanno denunciato le difficoltà quotidiane affrontate e descritto un sistema ancora deludente in uno degli ambiti più vivaci e significativi.
Il Fashion Workers Act, in cantiere dal 2022, è il risultato degli sforzi della Model Alliance, un’organizzazione impegnata nella difesa dei diritti delle lavoratrici del settore negli Stati Uniti. La sua direttrice esecutiva Sara Ziff ha sottolineato l’importanza di questa norma per contrastare gli squilibri di potere tra modelle e agenzie.
Il disegno di legge punta i riflettori sulle vulnerabilità delle indossatrici, molte delle quali giovani e inesperte, spesso inconsapevoli delle proprie entrate. Per le straniere, la situazione è ancora più complessa: chi le rappresenta può gestire i loro visti e creare una dipendenza quasi totale.
Ziff ha inoltre sottolineato che se un’agenzia non può operare garantendo trasparenza nei contratti e nelle finanze delle modelle, allora lo schema di business su cui si basa è inadeguato. Ha inoltre aggiunto che, se i profitti derivano dallo sfruttamento delle giovani, è necessario ripensare completamente a tutto il sistema.
Un altro tema cruciale riguarda l’intelligenza artificiale. L’uso della tecnologia per creare o manipolare repliche digitali dei volti delle indossatrici senza consenso scritto è una minaccia concreta. Le preoccupazioni richiamano quelle degli attori e sceneggiatori di Hollywood, che hanno scioperato per mesi prima di ottenere garanzie in merito a questo utilizzo.
Tuttavia, le top models si trovano in una condizione di maggiore precarietà: non essendo sindacalizzate, sono spesso considerate appaltatrici indipendenti perché prive delle protezioni garantite a tutti gli altri lavoratori.