Negare, difendere, deporre.
Queste le tre parole incise sulle pallottole che mercoledì mattina hanno tolto la vita a Brian Thompson, amministratore delegato di UnitedHealthcare, colosso statunitense delle assicurazioni sanitarie.
Un trinomio che richiama – non è ancora chiaro quanto volutamente – il titolo di un saggio del 2010: Ritardare, negare, difendere (Delay, Deny, Defend), scritto dal giurista e accademico Jay Feinman con un sottotitolo eloquente: “Perché le compagnie assicurative non pagano i sinistri e cosa puoi fare al riguardo“. Un libro di denuncia contro aziende come la United, additate di adottare pratiche spietate per negare rimborsi e spingere i clienti a rinunciare ai propri diritti.
Giovedì mattina la polizia ha reso di pubblico dominio il volto scoperto del sospettato, immortalato in un filmato di sorveglianza rimediato dall’ostello HI New York City tra la 104esima strada e Amsterdam nell’Upper West Side, dove l’uomo sarebbe arrivato lo scorso 30 novembre condividendo una stanza al quarto piano con altri due uomini. Al momento del check-in, avrebbe fornito una patente del New Jersey forse appartenente a un’altra persona – e, a quanto si apprende, avrebbe colto l’occasione per “flirtare” con una receptionist addetta al controllo documenti.
Secondo fonti di polizia, l’uomo sarebbe arrivato su un pullman Greyhound partito da Atlanta. Gli agenti hanno rintracciato il suo zaino a Central Park, ma non la e-bike che ha usato per fuggire dalla scena del crimine.
Sul capo del sospettato pende ancora una taglia da 10.000 dollari, promessa a chiunque offra informazioni utili alla sua cattura. Sui social, intanto, c’è chi ha preso le parti del killer – ribattezzato “cutie patootie” (tesorino) per l’avvenenza fisica. “È sexy e ha un sorriso smagliante”, ha commentato un’utente su X. “L’America ha bisogno di un assassino sexy”, ha aggiunto un’altra ammiratrice. Il panegirico è proseguito su TikTok: “Sa pianificare, prende l’iniziativa, si assicura sempre di portare a termine i lavori, si prende cura di sé, devo continuare?”, mentre qualcuno l’ha definito senza mezzi termini “un eroe americano”.
L’agguato, definito dalla polizia newyorkese come “premeditato e mirato,” si è consumato alle prime luci dell’alba, in una zona affollata e solitamente sicura nel centro nevralgico della Grande Mela. Thompson è stato colpito più volte alla schiena e a una gamba con una pistola, per l’occasione equipaggiata di un silenziatore fai-da-te, da una distanza di circa sei metri. Il killer avrebbe mantenuto il sangue freddo nonostante l’arma si fosse inizialmente inceppata, forse proprio a causa del silenziatore non compatibile con i proiettili calibro 9. Ricoverato al vicino Mt. Sinai Hospital, Thompson è invece morto pochi minuti dopo.
Al vaglio degli investigatori tante ipotesi: una vendetta personale? Un monito contro il sistema assicurativo? La moglie di Thompson ha riferito a NBC News di alcune minacce pervenute al marito nei giorni precedenti l’attentato, anche se non è chiaro da chi provenissero.
“Non conosco i dettagli. So solo che mi aveva detto che c’erano delle persone che lo stavano minacciando”, ha detto la donna. “Non riesco a darvi una risposta ponderata in questo momento. L’ho appena scoperto e sto cercando di consolare i miei figli”.
Laureatosi in Economia Aziendale e Contabilità all’Università dell’Iowa nel 1997, aveva iniziato la sua carriera come revisore contabile in PricewaterhouseCoopers. Nel 2004 l’assunzione in UnitedHealthcare, inizio di un sodalizio ventennale che l’aveva visto scalare rapidamente le gerarchie fino a diventare amministratore delegato del gruppo nel 2021. I colleghi lo descrivono come un uomo serio e competente, ma anche molto diretto e senza peli sulla lingua – qualità che gli avevano guadagnato rispetto ma anche qualche nemico.
Sotto la sua guida, l’azienda, parte del gigante assicurativo UnitedHealth Group — classificato tra le prime dieci aziende al mondo secondo Fortune — aveva consolidato la sua posizione come leader nell’erogazione di programmi governativi di assicurazione sanitaria, collaborando con il programma federale Medicare per fornire servizi non totalmente coperti, come visite dentistiche e oculistiche.
Thompson, insieme ad altri alti dirigenti dell’azienda, era recentemente finito nel mirino del Dipartimento di Giustizia. L’accusa era quella di aver esercitato delle stock option e venduto azioni societarie per un valore di 15,1 milioni di dollari il 16 febbraio, meno di due settimane prima che venisse resa pubblica la notizia di un’indagine antitrust nei confronti di United.
La vittima viveva con la moglie Paulette e i loro due figli a Maple Grove, un sobborgo di Minneapolis a circa 20 minuti di auto dalla sede centrale dell’azienda a Minnetonka. Una vita tranquilla, agevolata da uno stipendio medio annuale di circa 10 milioni di dollari, e soprattutto senza guardie del corpo – nonostante fosse a capo di un colosso tanto grande quanto criticato: lo scorso luglio oltre un centinaio di manifestanti avevano organizzato un sit-in davanti al quartier generale United contro una “epidemia” di richieste di risarcimento negate dalla compagnia, come riporta il Wall Street Journal.
Resta però da chiarire perché il killer ha aspettato che arrivasse a New York. E perché sia rimasto appostato per ore nei pressi del luogo del delitto, attirando l’attenzione di alcuni testimoni oculari.
Una matassa che il NYPD sta cercando di sbrogliare per dare un movente all’uomo che ha macchiato di sangue i marciapiedi della 6th Avenue.