Le difficoltà deI mercato immobiliare di New York City non si riducono a una semplice carenza di offerta. A Manhattan ci sono circa 6.500 appartamenti disponibili, ma molti acquirenti faticano a trovare la casa “giusta”: nuove costruzioni, proprietà in posizioni strategiche o con caratteristiche particolarmente desiderabili. Questo crea una forte competizione per alcune proprietà, mentre altre rimangono invendute.
Sebbene i “mesi di offerta”, ovvero i mesi necessari al mercato per vendere tutta l’offerta disponibile, attualmente indicano un mercato in equilibrio, la realtà pare diversa. Molti immobili disponibili sono considerati troppo costosi, superati o situati in edifici poco appetibili. Questi restano sul mercato, mentre le proprietà migliori scatenano guerre di offerte.
La pandemia ha complicato ulteriormente la situazione, grazie ai tassi ipotecari elevati che frenano il settore. A questo si aggiunge la percezione delle parti coinvolte, con i venditori che si aspettano di ottenere i prezzi massimi di qualche anno fa, mentre gli acquirenti rimandano l’acquisto sperando in opzioni più interessanti, non contenti delle opportunità di trattativa già esistenti. Così domanda e offerta che sulla carta sembrerebbero bilanciate, nella pratica non lo sono.
A differenza di altri mercati dove le case mancano in maniera ancora più emergenziale, a New York il problema è anche rispondere alle alte aspettative degli acquirenti, soprattutto quando si parla di nuove costruzioni o di proprietà storiche nei quartieri più ambiti. Con un aumento significativo dell’offerta nei prossimi 5-10 anni si prevede un miglioramento, ma per ora rimane un mercato fiacco dove la qualità batte la quantità, le proprietà migliori sono sempre più ricercate mentre quelle che non rispondono alle richieste galleggiano in attesa di un reale ribasso di prezzo.