A concludere la serie “Ingredients/Ingredienti”, sulle specialità e cultura della cucina italiana, si è tenuto lunedì sera all’Istituto Italiano di Cultura di New York l’incontro “Global Food Law: Sustainability, Challenges and Innovation”. La professoressa Lucia Scaffardi e il dottor Alberto Spagnolli, senior policy advisor dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), hanno illustrato le sfide e i rischi che il settore agroalimentare sta affrontando in questo momento a livello globale.
La pandemia, il surriscaldamento, lo scioglimento dei ghiacci, i fenomeni atmosferici imprevedibili come siccità e alluvioni, ma anche i conflitti, le migrazioni sono tutti fattori che condizionano il sistema agroalimentare, mettendo a rischio la sicurezza alimentare. “Si distinguono due significati – ha spiegato Scaffardi. – Il primo è il senso organolettico, cioè se quell’alimento è commestibile. Il secondo riguarda la possibilità di accedere al cibo facilmente. Al momento viviamo tutti in un periodo di insicurezza”.
Parlarne, secondo Scaffardi, è fondamentale per migliorare la vita del nostro pianeta. “Non è solo una questione di privilegio, perché abbiamo facile accesso a qualsiasi cibo anche arrivando a sprecarne in modo eccessivo e non sempre ci si rende conto di questa fortuna, ma è un’occasione da condividere con gli altri in modo da agire e aiutarci per il futuro.” A questo proposito, la professoressa ha sottolineato che a fare la differenza sono le scelte legislative dei singoli Stati ma anche i rapporti fra i diversi governi, perché ognuno ha le proprie normative sull’uso dei pesticidi, su certi metodi di coltivazione, sul mercato interno e internazionale.
Per motivare gli Stati a prendere certe decisioni, Scaffardi sostiene che è necessario puntare sui giovani partendo anche dalle scuole elementari fino agli universitari. Lo scorso settembre è stato inaugurato al Dipartimento di Eccellenza 2023-2027 dell’Università di Parma il progetto “Food for Future”, del quale la professoressa è coordinatrice scientifica, per “formare i futuri professionisti specializzati in food sustainability e innovation”, così dice il sito. “Gli studenti sono molto sensibili a questa tematica – ha dichiarato Scaffardi – e perché fin da bambini portano a casa le loro esperienze ai genitori. Chiedono di avere informazioni per scoprire come sta evolvendo il mondo del cibo. Vogliono capire quali possono essere le prossime policy, come costruirle, cosa sono le lobby del cibo e come svilupparle. Hanno una carica etica molto forte, che interessa particolarmente alle aziende: conoscono le normative e non pensano ad aggirarle, ma a come implementarle. Per il momento stiamo lavorando su un disegno di legge sul “vertical farming”, cioè far crescere in un ambiente protetto specie diverse, e portarlo in Parlamento a Roma o presentarlo alle regioni”.