‘Solid Gold’, è oro massiccio per i duecento anni del Brooklyn Museum, il regalo perfetto per l’anniversario dell’istituzione newyorchese. Una ricca mostra che analizza la storia e l’impatto culturale del metallo prezioso più conosciuto al mondo, insieme alla sua tenacia, alla sua resistenza: dal 16 novembre fino al 6 luglio 2025 espone oltre 500 oggetti, dall’antichità ad oggi, dalla moda, all’arte, e molto altro.
Un tragitto dorato, che si snoda in una lunga selezione cronologica per cui, minuto più, minuto meno, si impiegano quasi due ore per percorrerlo e ammirarlo. Si parte dall’oggetto più antico, il coperchio di un sarcofago della XXII dinastia (esposto per la prima volta dopo oltre un secolo). Il più recente è l’abito Egalitè di Dior, disegnato da Maria Grazia Chiuri per Aya Nakamura, indossato dalla cantante franco-maliana durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi del 2024.
‘Solid Gold’ sfoggia un patrimonio artistico distribuito in otto sale, dove la storia antica si accosta a mode e visioni più contemporanee. Pannelli a tempera e in oro della metà del XIV secolo con i Buddha birmani del XIX secolo. Ma è soprattutto la moda a distinguersi: splendide creazioni di The Blonds, Christian Dior, Yves Saint Laurent, Pirre Cardin, Hubert de Givenchy, Marc Bohan, Azzedine Alaïa, tra i tanti.
In bella vista l’alta moda di John Galliano, quando era alla guida di Christian Dior ma anche la sua recentissima collezione couture primavera 2024 ispirata all’antico Egitto. Una sezione esclusiva dedicata a Gianfranco Ferrè è un tuffo in un passato recente fatto di originalità e di estro visionario, che oggi ritrova tratti simili (è facile azzardare) nelle ‘architetture’ di Daniel Roseberry per Schiaparelli.
Tra gli accessori, gli orologi Art Déco di Cartier, ma anche un prototipo di collana realizzato per la Cleopatra di Elizabeth Taylor. Un collier più recente è quello indossato da Rihanna per la clip commerciale dell’essenza J’Adore di Dior, di cui è madrina.. Un abito in maglia d’oro di Azzedine Alaïa realizzato nel 1989 per Tina Turner in occasione del lancio dell’album Foreign Affair accarezzerà i ricordi dei fan della star americana. Splendidi i pezzi anni ’70 di Yves Saint Laurent insieme ai look contemporanei di Balenciaga by Demna.
Per le nozioni di storia antica del metallo, è esposta, inoltre, una enorme moneta del galeone spagnolo Nuestra Señora de Atoche, che nel 1622 affondò al largo delle Keys della Florida con 40 tonnellate d’oro. L’oggetto fu recuperato dai fondali nel 1985, grazie a un progetto promosso dalla Spagna nel 1969.
Senza tralasciare l’uso dell’oro come ornamento umano, ‘Solid Gold’ lo esamina anche in relazione al sorriso, dai gioielli facciali realizzati nell’antica terra di Panama, alle capsule e ai paradenti dei giorni nostri, amati dagli artisti dell’hip-hop.
Tuttavia, la mostra non è solo luccichio e opulenza, si propone altresì di evidenziare gli aspetti più complessi del prezioso materiale, in particolare quello del suo impatto sul pianeta e sulla società. Dall’estrazione mineraria dal Sudafrica alla Colombia, l’impatto è enorme. Nel corso dei secoli l’oro ha causato ingenti trasformazioni, che ‘Solid Gold’ tenta di affrontare con un estratto di 5 minuti di Mine, documentario di William Kentridge.
Infine, il commiato affidato alla poesia Nothing Gold Can Stay di Robert Frost. Sebbene l’opera sottolinei la natura fugace della giovinezza, della bellezza e della vita in sé, l’oro ha il potere di resistere.