L’America si è espressa: Donald Trump per voto popolare e di Grandi Elettori è il 47esimo presidente degli Stati Uniti. In questi mesi di campagna elettorale, il tycoon ha parlato diverse volte della sua agenda politica ed economica, caratterizzata da grandi tagli per abbattere i prezzi. Questi potrebbero condizionare fortemente – o strizzare l’occhio – anche New York, che si è schierata invece con la democratica Kamala Harris ed è fra le città più costose del Paese.
Tre le aree principali che potrebbero venir colpite dalla seconda amministrazione Trump: i trasporti, l’immigrazione e l’istruzione.
Per quanto riguarda i trasporti, New York ha in ballo circa 14 miliardi di dollari di finanziamenti federali per coprire i 65,4 miliardi di dollari di spese di MTA, l’agenzia che si occupa del trasporto della metropoli. La nuova amministrazione Trump potrebbe decidere di non erogarli, come si è rifiutato di sostenere i costi per la costruzione di un nuovo tunnel per Amtrak che attraversasse il fiume Hudson. Il congestion pricing – il pedaggio per entrare a Midtown Manhattan approvato dal presidente di MTA e sospeso prima che entrasse in vigore dalla governatrice Kathy Hochul – è ancora nelle mani dello Stato, ma il tycoon si è già espresso contrario lo scorso maggio: “Lo terminerò entro la prima settimana rientrato in ufficio!”.
L’immigrazione è stato ed è tuttora uno dei grandi problemi di New York. Trump ha dichiarato fin dal primo giorno della sua campagna che avrebbe deportato tutti gli immigrati illegali dagli Stati Uniti. Secondo l’ultimo dato certificato dal Comptroller Brad Lander risalente, a gennaio scorso in città ce n’erano 476.000 (potrebbero essercene di più a oggi) e potrebbero venir tutti rispediti nel loro Paese di origine, violando così i diritti umani. L’amministrazione Trump punta a far approvare l’Insurrection Act affinché venga disposto l’esercito a controllare i confini.
Infine, l’ultima area a rischio è l’istruzione. Trump mira a dare più controllo agli Stati eliminando il Dipartimento federale dell’istruzione, che costituisce a sostenere il 6% del bilancio statale. Inoltre, nell’agenda dell’ex presidente compare una lunga lista di libri sui diritti LGBTQ+ da censurare per evitare un “indottrinamento inappropriato”.
Il sindaco Eric Adams sembra non preoccuparsi dell’impatto che certe politiche potrebbero avere a livello comunale. Anzi, a conteggi ancora in corso, ma tendenti verso il tycoon, ha dichiarato su X/Twitter: “Questo è un grande giorno per tutti coloro che vogliono vedere una città più pulita e sicura, la responsabilità fiscale migliorata, più trasparenza nella burocrazia della capitale e l’accesso all’aborto”.