Nella cornice del 2024 Science Summit, che anticipa la settantanovesima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, l’Istituto Italiano di Cultura di New York ha ospitato il workshop “How Science and Innovation accelerate the achievement of the Sustainable Development Goals”. L’evento, organizzato congiuntamente dalla Woman in Science Diplomacy Association (WiSDA) e dal National Council of University Research Administrators (NCURA), era finalizzato a indagare le modalità tramite cui la collaborazione sinergica tra ricerca e innovazione scientifica, cooperazione internazionale e politiche globali possa favorire il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell’Agenda 2030.
Tra i numerosi interventi di esponenti del mondo scientifico, politico, diplomatico e degli studi di genere, è stata di particolare rilievo la Session II. La dottoressa Giusi Condorelli, addetto scientifico presso l’Ambasciata d’Italia a Washington, ha moderato gli interventi degli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, guidati dal direttore generale Andrea Piccioli, che ha aperto la sessione con una lecture dal titolo “One water for Planetary health: vision and action“. L’obiettivo era approfondire il tema dell’impatto dei cambiamenti climatici e ambientali globali sugli oceani e sui mari aperti, evidenziando quali siano le conseguenze sulla salute delle generazioni presenti e future.

Si è poi discusso del progetto “Sea Care”. Istituto Superiore di Sanità e Marina Militare Italiana collaborano per realizzarlo attraverso il monitoraggio di campioni raccolti lungo le rotte territoriali e internazionali della nave scuola Amerigo Vespucci e di altre unità delle Forze Armate. Il tutto mira alla raccolta e all’analisi di dati che aiutino a chiarire la relazione che esiste tra la contaminazione dei mari e la salute umana.
La terza tavola rotonda, gestita dalla dottoressa Condorelli, ha visto partecipare diversi ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità: Luca Lucentini, direttore del Centro Nazionale sulla Sicurezza delle Acque (CENSIA), la biologa ed esperta di virologia marina Pamela Mancini e il dottor Carlo Villanacci, DPO (Data Protection Officer), il quale si è soffermato sulla sicurezza connessa ai dati scientifici e sulle dinamiche di interazione tra dati sanitari e ambientali.
L’intero workshop, estesosi dalla mattinata fino al primo pomeriggio, si è rivelato un’opportunità fondamentale per riflettere su quali ulteriori progetti la diplomazia scientifica e politica, in dialogo con un ampio ventaglio di ulteriori discipline, possano intraprendere insieme, al fine di avviare azioni concrete, efficaci e generatrici di cambiamento.