Il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio dei Ministri Antonio Tajani è arrivato al Summit of the Future dell’ONU con un’agenda incentrata sulla pace la diplomazia, da attuare soprattutto in due punti caldi del pianeta: il Medio Oriente e l’Ucraina. “Domani avremo due riunioni del G7 – ha cominciato il vicepresidente. – Quindi parleremo con i nostri alleati delle grandi democrazie liberali nel mondo per vedere quali iniziative si possano adottare per continuare a tenere aperta la porta della diplomazia. Bisogna arrivare a cessare il fuoco, bisogna impedire che peggiori la situazione in Libano”, spiegando che l’Italia sta mettendo in campo tutte le iniziative possibili per evitare un’ulteriore escalation. Il ministro ha chiarito che anche il Libano deve fare la sua parte con l’elezione del presidente della Repubblica e di quello della Banca Centrale che diventerebbero interlocutori credibili per la pace con Israele, voluta da tanti, inclusi i cristiani, perché il problema dei rapporti con Gerusalemme è di Hezbollah e non di tutto il Paese.
Tutte le iniziative messe in campo in Medio Oriente hanno come unico obiettivo “il cessate il fuoco a Gaza, la liberazione degli ostaggi e gli aiuti alla popolazione palestinese” che proprio ieri è stata raggiunta dai beni alimentari e sanitari del progetto di cooperazione italiano “Food for Gaza”, sostenuto sia dalle autorità palestinesi che da quelle israeliane.
Sul fronte ucraino Tajani non ha tentennamenti: serve una conferenza di pace, dove ci sia posto anche per la Russia. L’Italia continua a sostenere l’Ucraina “senza se e senza ma”, come provano gli aiuti per riparare e realizzare le infrastrutture elettriche, ma anche i pacchetti di armi e munizioni di difesa. Il ministro degli Esteri ha chiarito con determinazione la posizione italiana sull’invio di armi per attaccare il territorio russo.
“La Costituzione parla chiaro e non c’è in Parlamento neanche una maggioranza favorevole”, ha detto Tajani chiarendo che “le nostre armi devono servire a difendere l’integrità territoriale dell’Ucraina, quindi nessuna debolezza, nessun tentennamento. Lo sanno tutti, nessuno ci ha mai chiesto di cambiare atteggiamento, ma devo dire che anche all’ultimo Consiglio Affari Esteri che si è svolto a Bruxelles, la proposta di Borrell di togliere ogni limite all’uso delle armi europee non è stata approvata”. Il vicepresidente ha chiarito che la NATO non è in guerra con la Russia: ”Dobbiamo stare attenti a non provocare un’escalation”.
A proposito della riforma dell’Onu proposta dagli Stati Uniti, che intende includere l’India nel Consiglio di Sicurezza, il ministro degli Esteri ha dichiarato: “I rapporti tra Stati Uniti e Italia non sono condizionati dalle ipotesi di riforma delle Nazioni Unite”. E in risposta a una domanda sulla posizione dell’Italia nei confronti delle elezioni statunitensi, ha ribadito che i rapporti tra i due Paesi non sono stati influenzati, in passato, dal cambio di presidente e che “sarebbe veramente puerile e sbagliato condizionare le nostre relazioni con gli Stati Uniti in base a chi fa il Presidente. Non siamo allo stadio, non stiamo facendo il tifo per uno o per l’altro”. Guardando al posizionamento dei due candidati ha poi aggiunto: “Le posizioni di Trump non sono sempre di destra, quelle di Harris non sono sempre di sinistra, come le giudichiamo noi. Quindi noi con grande rispetto dobbiamo seguire ciò che accade e poi instaurare con il nuovo Presidente o con la nuova Presidente rapporti molto positivi”. Sul fronte delle politiche migratorie, il vicepresidente del Consiglio ha ribadito la strategia di successo nel fermare i flussi di immigrati clandestini, messa in atto con Tunisia, Libia, Egitto. “Adesso il prossimo passo, sarà un accordo con la Turchia”.