4.000 dollari. E’ la cifra massima messa sul piatto dal Dipartimento dei servizi per i senzatetto della città di New York per 150 famiglie di migranti, per incentivarle ad uscire dal programma d’accoglienza della Grande Mela ed a trasferirsi in alloggi permanenti.
Le sovvenzioni in questione fanno parte di un programma pilota soprannominato Asylee Moveout Assistance. Sono stati messi a disposizione delle famiglie di richiedenti asilo e delle donne incinte che vivono nei 62 rifugi della città. L’iniziativa, dunque, fornisce fino a 4.000 dollari, che possono essere utilizzati per pagare i vari costi di trasloco, il primo e l’ultimo mese di affitto, e per coprire altre spese per la casa, come spiegato da Neha Sharma, portavoce del dipartimento.
Tuttavia, alcuni richiedenti asilo potrebbero non essere idonei per questo programma, a causa di alcune restrizioni federali e statali. Il programma di sovvenzioni per il trasloco rappresenta uno degli sforzi più innovativi dell’amministrazione Adams per ridurre il censimento dei migranti nei centri di accoglienza della città e aiutare coloro che sono nel sistema a “fare il passo successivo nel loro viaggio”, come ha affermato lo stesso sindaco newyorkese.
L’amministrazione ha anche implementato nuovi limiti di permanenza nei centri di accoglienza, che vanno dai 30 ai 60 giorni per la maggior parte dei migranti, e ha offerto viaggi gratuiti ai richiedenti asilo che lasciano la città. Negli ultimi mesi il censimento degli immigrati nei vari rifugi si è aggirato intorno ai 65.000, anche se il numero di nuovi individui che arrivano in città e cercano rifugio è diminuito drasticamente. Dal 2022, New York ha ospitato più di 210.000 migranti, spendendo più di 5 miliardi di dollari e una media di 372 dollari a notte per ogni famiglia.
“La città continua a utilizzare ogni strumento a sua disposizione per implementare soluzioni innovative, creando al contempo supporti fondamentali per il reinsediamento dei richiedenti asilo arrivati di recente, che potrebbero non essere idonei per la maggior parte degli aiuti federali e statali per il rehousing”, ha dichiarato Sharma. La portavoce del dipartimento preposto per l’accoglienza ha inoltre aggiunto: “Non vediamo l’ora di sostenere un maggior numero di famiglie, mentre valutiamo i successi del progetto pilota e la fattibilità di aumentare e ampliare l’accesso a questa forma di assistenza”.
I destinatari di questi fondi sono tenuti a documentare le proprie spese. I genitori con permessi di lavoro avranno la priorità. Poiché si tratta di sovvenzioni una tantum, coloro che torneranno nei rifugi cittadini non potranno beneficiare nuovamente dell’iniziativa.