La gestione dei senza fissa dimora continua a infiammare New York.
Circa un centinaio di persone ieri a Gravesend, nel distretto di Brooklyn, hanno protestato contro la costruzione di un rifugio per senzatetto previsto nel quartiere entro fine anno. L’amministrazione Adams avrebbe escluso i cittadini dalla pianificazione dell’alloggio da 150 posti letto destinato a soli uomini, munito di telecamere e guardie di sicurezza.
“Dopo le oltre 4.000 persone che hanno marciato di fronte al municipio nei mesi scorsi, non abbiamo ancora ottenuto risposte”, ha dichiarato il deputato democratico William Colton, a cui ha fatto eco la rappresentante repubblicana di Staten Island e Brooklyn Nicole Malliotakis: “Stanno solo immagazzinando gente, aggravando il problema”.
La protesta arrivata ad alcune settimane di distanza da una manifestazione analoga in cui la polizia ha arrestato la consigliera comunale Susan Zhuang per aver presumibilmente morso un membro della polizia di New York. Zhuang, che ha negato l’accusa, ha dichiarato che continuerà la sua lotta per impedire l’apertura del ricovero.
Per fronteggiare i continui dissensi e la carenza di strutture le autorità cittadine hanno deciso di estendere il limite di 60 giorni di permanenza per le famiglie di migranti a tutti i centri di accoglienza e non soltanto a quelli gestiti dal Dipartimento della Salute e dell’Igiene Mentale.
Seppure i nuclei familiari potranno fare richiesta per una nuova sistemazione, non vi sono garanzie che le nuove domande vengano accolte.
Il vicepresidente della New York Immigration Coalition, un’organizzazione che rappresenta oltre duecento gruppi per i diritti di immigrati e rifugiati, nei giorni scorsi si era espresso contro la nuova politica adottata. “Secondo il sindaco Adams abbiamo meno persone in cura in città e il numero continua a diminuire”, ha sottolineato Awawdeh. “ma i numeri diminuiscono perché gli individui vengono spinti in strada”.