Harvey Weinstein l’ex magnate dell’industria cinematografica rimarrà in carcere a New York in attesa del nuovo processo per stupro previsto a novembre.
A stabilirlo ieri i pubblici ministeri che in un’udienza lampo a Queens, un distretto della Big Apple, hanno rigettato la richiesta di estradizione della California.
In aula anche il Il 72enne che è apparso molto provato dopo l’ultimo ricovero in ospedale a causa di una polmonite conseguente al Covid-2019.
“Oggi, l’imputato è stato formalmente citato in giudizio su mandato della governatrice Kathy Hochul, che ha esercitato la sua autorità per farlo rimanere nello Stato fino a quando il suo caso nella nostra contea non sarà giudicato”, ha dichiarato la procuratrice distrettuale di Queens Melinda Katz, attraverso una nota. “Sconterà prima la pena in California, poiché ora è quella primaria”.
Soltanto dopo la chiusura del caso discusso dal Tribunale di Manhattan l’imputato potrà quindi tornare nello “Stato del Sole” per scontare la sua condanna pendente di 16 anni, per un altro reato analogo di cui è stata vittima una modella italiana.
Weinstein, nonostante avesse negato le accuse era stato però ritenuto colpevole dal Tribunale di Los Angeles nel 2022, mentre stava già scontando una condanna a 23 anni nella Grande Mela.
Il verdetto di colpevolezza del 2020, pronunciato a Manhattan, era però stato annullato la scorsa primavera dalla Corte Suprema dello Stato, dopo aver stabilito che il giudice del processo originario aveva ingiustamente permesso ad alcune donne, che non facevano parte del caso, di testimoniare.