Chiude definitivamente i battenti il bar “Saint Vitus” di Brooklyn, tempio dei metallari newyorkesi. I proprietari del locale hanno postato una sorta di epitaffio su Instagram, con una foto che li ritrae seduti sul palco ormai abbandonato. Su un muro alle loro spalle è stata dipinta con lo spray la scritta “2011 – 2024”. “Grazie a tutti coloro che ne hanno fatto parte. Con affetto”, hanno comunicato i gestori.
A febbraio, i funzionari comunali hanno chiuso il locale durante un concerto della band Mindforce. La decisione è arrivata in seguito a decine di denunce presentate alla città, secondo le quali il locale non aveva i permessi necessari per ospitare grandi spettacoli rock. Secondo uno dei funzionari, inoltre, il Saint Vitus operava come “locale illegale per mangiare e bere” in uno spazio che doveva essere utilizzato solo “per un negozio commerciale e per il deposito di macchinari”.
I registri del Dipartimento dell’Edilizia mostrano violazioni aperte nella sede, relative a un certificato di occupazione improprio. In primavera, sembrava che i proprietari fossero intenzionati a mettersi in regola con le norme previste dalla città, ma i lavori ed i restauri non sono mai cominciati, probabilmente per mancanza di soldi. “Credo che alla fine abbiano deciso che era meglio ricominciare da zero”, ha affermato Keith Powers, un assiduo frequentatore abituale del bar nonché membro del Consiglio cittadino, “la chiusura è stata devastante. Molti dei miei amici hanno suonato lì. La vicenda li ha sconvolti”.
John McKinney, un bassista e chitarrista che ha suonato in diverse band metal al Saint Vitus, ha definito il locale “terreno sacro” per la musica a New York. Quando la notizia si è diffusa sabato, si è recato al club per “vederlo con i miei occhi”. C’erano fiori fuori dall’edificio. McKinney, un 18enne residente in città, ha incontrato un ragazzo con il suo stesso stato d’animo. I due si sono fotografati a vicenda “davanti alla tomba, al monumento commemorativo”, ha affermato il giovane musicista.
Il Saint Vitus, inaugurato nel 2011, deve il suo nome al brano dei Black Sabbath, che a sua volta si riferisce ad un disturbo neurologico che può causare movimenti involontari e perdita di controllo emotivo. Nel corso degli anni, l’oramai ex locale metal newyorkese ha ospitato alcuni eventi iconici. Basti pensare che qui, nel 2014, hanno suonato anche i Nirvana, dopo il loro ingresso nella Hall of Fame del rock.
“Ho trascorso serate meravigliose con la musica dal vivo al Saint Vitus, e ho persino partecipato a qualche karaoke con band dal vivo”, ha dichiarato Lincoln Restler, che rappresenta il distretto in cui si trovava il club, “Sono deluso dal fatto che non siamo riusciti a trovare un modo per far sì che il locale continuasse a far parte della nostra comunità, perché era davvero un posto fantastico”.