Il nome di Robert F. Kennedy Jr. potrebbe non essere presente nelle schede elettorali dello Stato di New York a novembre. La giudice del tribunale della Contea di Albany, Christina Ryba, ha stabilito che l’indirizzo di Westchester con cui l’avvocato ambientalista si è iscritto non è la sua residenza invalidando così la sua richiesta di candidatura anche in altri Stati. Manca ancora la conferma della sentenza, che arriverà a settembre. Intanto, la sua campagna ha annunciato che farà ricorso.
“Le prove schiaccianti e credibili presentate al processo hanno stabilito che i legami di Kennedy con l’indirizzo esistevano solo sulla carta – ha scritto la giudice Ryba nella sentenza da 34 pagine – ed erano mantenuti al solo scopo di conservare la sua registrazione come elettore e la sua posizione politica nello Stato di New York”.
RFK Jr. ha risposto: “I democratici stanno mostrando disprezzo per la democrazia. Non sono sicuri di poter vincere alle urne, quindi stanno cercando di impedire agli elettori di avere una scelta”.
RFK Jr. aveva utilizzato l’indirizzo di Westchester per presentare la propria candidatura in altri Stati, quali Connecticut, Georgia, Illinois, Indiana, Kansas, Maine, Maryland, Missouri, Nebraska, New Hampshire, North Dakota, Ohio, Pennsylvania, Texas, West Virginia, Wisconsin e Wyoming. Il comitato democratico Clear Choice Action lo aveva citato in causa sostenendo che le coordinate si riferissero solo a un luogo che aveva visitato e che la sua attuale residenza sia, invece, in California fornendo comunicati stampa attendibili. Durante il processo, RFK Jr. ha confermato di aver trascorso solo una notte a Westchester, ma di aver cominciato ad affittare l’abitazione, comprata nel 2021, subito dopo e di aver mantenuto anche i rapporti con lo Stato, essendo un avvocato partner in uno studio legale con una licenza valida solo per questo territorio. Ma la versione non ha convinto la giudice Ryba.
Un ulteriore ostacolo alla campagna già difficile di RFK Jr. Il candidato indipendente ha almeno quaranta punti di differenza in meno rispetto agli altri due, Kamala Harris e Donald Trump, che guidano la classifica in un testa a testa. Con il tentato assassinio all’ex presidente e l’entrata in corsa della vicepresidente, repubblicani e democratici si sono stretti attorno ai loro rappresentanti ed RFK Jr. si ritrova ad arrancare.