Quattro bagni e mezzo, quattro camere da letto, per un totale di 277 metri quadrati di appartamento e una vista mozzafiato sull’East River, fra 40th Street e 1st Avenue, a due passi dal Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite. Quello che per molti potrebbe essere un sogno, in realtà, per l’inquilina, Jennifer Betit Yen, 48 anni, si è trasformato un incubo.
Sopravvissuta a un cancro alla pelle, l’attrice e presidente di “The Film Lab Presents” ha fatto causa ai proprietari e costruttori del suo palazzo – One UN Park, un grattacielo da 43 piani – sostenendo che le finestre a tutta parete l’hanno esposta a una tale quantità di radiazioni UV da provocarle lesioni sul viso. Insieme al marito, l’avvocato e produttore J. Peyton Worley, 46 anni, chiedono un milione di dollari di risarcimento. Il caso, adesso, è arrivato alla Corte Suprema di Manhattan e
“Mi trovo in una situazione surreale – scriveva Yen sul suo blog lo scorso aprile, – in cui sono stata seduta ogni giorno del tutto inconsapevole in un bagno di raggi UV potenzialmente letali, durante le ore di punta del Sole, pensando di essere al sicuro”.
Prima di trasferirsi nell’appartamento da 6,2 milioni di dollari a novembre 2021, i coniugi hanno riferito al New York Post di aver chiesto diverse volte all’amministrazione del grattacielo se le finestre a tutta parete, presenti in ogni stanza, fossero adatte per proteggere dai raggi UV, dato che Yen aveva già sofferto di melanoma. E la risposta da parte dei costruttori, l’agenzia Soloviev Building Co., era sempre stata affermativa.
Ma dopo due anni e mezzo nell’appartamento, Yen ha riportato delle “lesioni sospette” – così i coniugi le hanno definite nella causa – e anche i tappeti e diversi mobili si erano scoloriti. Quindi hanno proceduto con dei test: “Circa un terzo dei vetri dello studio in cui lavoro ogni giorno – continua Yen nel suo blog, – direttamente sotto al Sole, pensando di essere al sicuro, mostra, invece, una significativa esposizione ai raggi UV e nessuna protezione”. Per il momento, l’attrice è risultata negativa a un secondo melanoma, ma “potrei non conoscere le vere conseguenze per molto tempo”.
I legali di Soloviev Building Co. hanno risposto al New York Post: “Se si trattava di un fatto così importante, avrebbero dovuto effettuare un’ispezione più soddisfacente. I coniugi hanno comprato un dispositivo per il test molto economico da Amazon e hanno detto che c’era un problema. Un esperto indipendente ha controllato la finestra e ha riscontrato che la protezione è conforme agli standard. Contesteremo con forza le accuse che sono prive di fondamento”.