In settimana, il Consiglio comunale di New York ha approvato parte del piano del sindaco Eric Adams che prevede l’aggiornamento delle norme urbanistiche, che punta a una Grande Mela più sostenibile. “The City of Yes”, il nome del progetto, si concentra su tre macro-problemi: il cambiamento climatico e l’ambiente, l’economia locale e la crisi abitativa.
La prima misura è già stata approvata lo scorso anno: ha facilitato la costruzione di pannelli solari sui tetti dei grattacieli e permesso che i condomini venissero ristrutturati con impianti più efficienti. In tutti e cinque i distretti sono state installate numerose colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.
La seconda parte, l’ultima approvata, prevede che le attività commerciali possano occupare i negozi sfitti fino al secondo piano, solo per quanto riguarda gli edifici a uso misto. Spettacoli di danza e comedy club saranno finalmente permessi nei locali con la licenza per la musica.
L’ultimo segmento, il più controverso del progetto del sindaco Adams, è ancora al vaglio del Consiglio comunale. L’intenzione sarebbe “costruire un po’ più case in ogni distretto”, andando ad abbassare i prezzi. In realtà i cantieri verrebbero eretti solo fuori Manhattan. Per l’isola è, invece, prevista la conversione degli uffici inutilizzati in appartamenti, ma anche nei cortili e nei seminterrati, andando a produrre più di 100 mila nuove abitazioni entro i prossimi 15 anni. Ma non solo.
L’opposizione critica che la costruzione di nuove case aumenterebbe la densità di certe zone già sovrappopolate.
Se Michael Bloomberg ha provveduto a gentrificare tutto il West Side di New York, il sindaco Adams punta a essere rieletto nel 2025 – e spera di entrare nella storia – con questa ultima misura, che mira a risolvere la crisi abitativa.