L’Istituto Italiano di Cultura di New York ha accolto una nuova mostra all’interno della Galleria Borghese. “Architecture for Communities. Sport and Faith”, basata su un progetto dell’Ambasciatore Umberto Vattani, in collaborazione con María Margarita Segarra Lagunes, Rosalia Vittorini e Alessandro Melis, prende come caso studio la città di Roma. L’esposizione analizza nello specifico il ruolo significativo che le infrastrutture religiose e sportive svolgono nel plasmare il paesaggio urbano contemporaneo, nel valorizzare il patrimonio culturale e architettonico e nel favorire le relazioni comunitarie.


A prendere parola per primo è stato il direttore dell’Istituto Fabio Finotti che ha sottolineato l’importanza delle nuove architetture novecentesche nell’ambito della comunità, sia per quanto riguarda i gruppi religiosi – in occasione del giubileo – sia quelli laici – relative alle Olimpiadi e agli eventi sportivi. Presenti all’evento, oltre ai curatori della mostra, anche il Delegato Coni Mico Delianova Licastro e il Console Generale d’Italia a New York, Fabrizio Di Michele, che ha espresso tutto il suo entusiasmo: “Quando le persone si riferiscono a Roma, pensano al Classicismo, al Rinascimento, ma quell’area è una concentrazione di architetture molto interessanti che sono relazionate allo sport. Basti pensare alle Olimpiadi del 1960, un momento di grande trasformazione per la capitale italiana, una città che fino a quel momento viveva nel passato e fu poi catapultata nel futuro ”.

Parola, infine, a Umberto Vattani che, attraverso una serie di immagini e un breve intervento della docente e ricercatrice María Margarita Segarra Lagunes, ha spiegato l’idea alla base del suo progetto, diviso in due parti: “Contemporary District of Rome. A Hundred Years of Architecture and Engineering”, una panoramica del patrimonio architettonico sviluppatosi in un secolo lungo l’ansa del Tevere, a monte di Roma, e “Suburban Churches and Religious Architecture”, dedicata alle chiese e agli edifici religiosi costruiti nei quartieri periferici della capitale, che evidenziano il dialogo tra fede, architettura e comunità.
La mostra, che ha accolto ieri i suoi primi visitatori, rimarrà aperta al pubblico fino al 15 giugno.