Venerdì, una corte d’appello federale ha stabilito che lo Stato di New York potrà procedere con l’approvazione di una legge che richiederà ai fornitori di servizi internet di offrire tariffe molto più convenienti ai residenti a basso reddito.
La decisione della Corte d’Appello del 2° Circuito degli Stati Uniti a Manhattan ribalta così la sentenza di un tribunale inferiore del 2021, che aveva bloccato la legge pochi giorni prima della sua entrata in vigore. La norma, dunque, costringerebbe le società di internet a fornire ai cittadini newyorkesi meno fortunati servizi a banda larga a partire da 15 dollari al mese.
In caso contrario, lo Stato potrebbe multare le aziende del settore.
In passato, tali gruppi commerciali, operanti nel mondo telecomunicazioni, si erano opposti dinanzi a questo ddl, sostenendo che sarebbe costato troppo alle stesse società, e che avrebbe erroneamente sostituito una legge federale che regola il servizio Internet.
Venerdì, dopo la decisione della corte d’appello, le aziende in questione hanno affermato che stanno già valutando come muoversi legalmente, per “scongiurare” l’entrata in vigore del nuovo regolamento.
“Siamo delusi dalla decisione della Corte e dalla decisione dello Stato di New York di regolamentare le tariffe nelle industrie competitive”, hanno comunicato queste ultime, “tutto ciò non solo scoraggia i necessari investimenti nelle infrastrutture del nostro Paese, ma mette potenzialmente a rischio la sostenibilità delle operazioni a banda larga in molte aree”.
Dal canto loro, invece, i legislatori newyorkesi vogliono approvare il disegno di legge velocemente, per concedere anche ai residenti a basso reddito di poter utilizzare i servizi web, considerati ormai come “essenziali”.