Inizia con un video celebrativo il primo discorso del 2024 sullo State of the City del sindaco Eric Adams. Un mix di immagini prese da film e serie tv che hanno portato New York nelle sale di tutto il mondo e che ancora, a distanza di tanti anni, riescono ad avere presa sul pubblico.
È poi il momento dell’inno americano cantato a gran voce da un baritono della NYPD, prima della bella esibizione del coro della Brooklyn High School of Art.
Adams, che nella sua amministrazione sta dando molto peso alle comunità etniche presenti in città, sceglie infine di farsi introdurre da un lungo momento di preghiera durante il quale sfilano reverendi e religiosi con i simboli tipici della loro cultura. “Ringraziamo Dio per averci donato la città di New York”, è il messaggio che accomuna tutti gli interventi.
Adams entra all’Hostos Center for the Arts & Culture come fosse una star: più che un comizio politico, sembra di assistere a un concerto. Musica alta e immagini che ripercorrono i suoi due anni di governo sono ciò che il sindaco sceglie come biglietto da visita mentre tutti in sala lo applaudono. È il pubblico delle grandi occasioni: nelle prime file ci sono i dirigenti di polizia e vigili del fuoco, i tanti vicesindaco ringraziati uno per uno, le alte cariche dell’amministrazione cittadina. Persino Letitia James, la procuratrice di Manhattan resa nota dalla causa intentata contro Donald Trump. Tutti sorridono e si presentano come un grande team. “Ho sempre avuto un sogno nella vita – dice uno di loro – avere un sindaco come Eric Adams”.

Non è un caso che Adams abbia scelto il Bronx per iniziare ufficialmente il 2024. Tra le prime cose che ricorda c’è la riqualificazione di un quartiere generalmente ritenuto pericoloso e che oggi, dice il sindaco, è conosciuto per essere la casa dell’Hip-hop, “un genere che ha cambiato la storia della musica”.
Adams snocciola una serie di statistiche, partendo dalla riduzione del crimine e la maggiore presenza di polizia per le strade di New York che ha tenuto come punto centrale durante la campagna elettorale che due anni fa lo ha portato a City Hall. “Abbiamo un obiettivo – ripete – fare in modo che New York torni ad essere una città sicura e soprattutto normale dopo i tanti traumi subiti negli ultimi anni”.
Adams non evita di menzionare i tanti incidenti che hanno coinvolto i poliziotti chiamati a intervenire nei cinque borough della città. Molti sono rimasti feriti, alcuni sono morti. “La NYPD continua a lavorare per rendere i propri agenti pronti a qualsiasi situazione, riducendo il rischio e rendendo il loro lavoro più sicuro”.
Il sindaco tocca anche il tema dei rifiuti, della vendita illegale di cannabis che ancora persiste nonostante le licenze distribuite ad alcuni negozi per il commercio regolamentato e persino delle batterie al litio.
Adams cerca poi il coinvolgimento dei suoi spettatori, che continuano ad applaudire ad ogni annuncio. “Quando il crimine scende, il lavoro sale”, ripete tre volte, facendo in modo che il pubblico gridi insieme a lui “Crime down, jobs up!”.

Il sogno americano rimane un tema forte anche tra i newyorkesi. “New York – spiega Adams – rimane la città in cui tutto può succedere, quella in cui i giovani possono iniziare una carriera di successo e gli immigrati avere la loro rivincita”. Un passaggio di speranza che Adams lega ad alcuni progetti per il futuro. Per Bronx, Brooklyn e Staten Island annuncia investimenti dedicati alla costruzione di spazi per le start-up, la tecnologia e gli studi sul clima. “La green economy è già qui e ci aspettiamo che possa arrivare a occupare 400.00 persone. Se parliamo in generale di lavoro, invece, i nostri dati ci consentono di dire che nel 2025 New York avrà 5 milioni di occupazioni”.
Nel discorso del sindaco c’è poca Manhattan ma tanta periferia. Adams racconta la sua infanzia complessa, vissuta in un contesto difficile il cui ricordo, dice, non lo ha mai lasciato. “Ogni giorno da sindaco penso a ciò che ho vissuto e a come evitare che altri ragazzi debbano passare attraverso ciò che ho visto io”. Un progetto che passa anche attraverso la costruzione di 500.000 nuove case per far fronte al problema degli alloggi e all’aumento dei prezzi che costringono interi quartieri a spostarsi sempre più lontani dal centro città.
Ovviamente non può mancare la sostenibilità e il ricordo alle gravi emergenze climatiche che hanno colpito New York lo scorso anno. Dalle alluvioni alla nebbia gialla arrivata dal Canada che ha reso per qualche giorno l’aria irrespirabile. Adams racconta di come il comune stia lavorando per rendere le strade e le infrastrutture più solide e pulite, utilizzando anche una commissione creata appositamente per la battaglia contro i topi che passa prima di tutto da una maggiore pulizia delle vie.
“Grazie al lavoro che abbiamo fatto – conclude il sindaco – New York rimane la città in cui tutti vogliono arrivare e in cui tutti ce la possono fare, anche un ragazzo di strada come Eric Adams. Riuscirci qui, in questa città, ha un significato particolare. Ci sono due tipi di americani: quelli che vivono a New York e quelli che vorrebbero farlo”.