Thomas Gambino, figlio del superboss “Don Carlo” e immischiato in prima persona nei loschi affari delle Cinque Famiglie a New York, è morto all’età di 94 anni per “cause naturali”.
Il rampollo mafioso, che secondo il New York Times avrebbe accumulato durante la sua vita almeno 75 milioni di dollari in contanti e titoli azionari, era figlio di Carlo Gambino – ribattezzato “boss di tutti i boss” – e nipote di “Big Paul” Castellano, succeduto a Don Carlo come capofamiglia e ucciso a sangue freddo da un sicario assoldato da John Gotti nel 1985 davanti alla Sparks Steak House di Manhattan
Nonostante Thomas fosse a pieno titolo invischiato nelle attività criminali della sua famiglia, lui e il fratello Joseph erano altresì noti per le loro attività filantropiche. I due hanno donato infatti milioni di dollari a organizzazioni caritatevoli e lavorato come uscieri in una chiesa vicino alla casa di campagna di Lido Beach, a Long Island. Nel frattempo, la coppia aveva però imposto anche una assai più odiosa “tassa mafiosa” del 7% sugli articoli prodotti e trasportati dalle aziende di Lower Manhattan.
Gambino, che sposò la figlia di Tommy Lucchese, gestiva inoltre un’attività di gioco d’azzardo e di strozzinaggio nel Connecticut sotto il controllo del nuovo padrino (e killer di Paul Castellano) John Gotti, prima di venire dichiarato colpevole proprio per i suddetti reati nel 1993 e condannato a 5 anni di carcere (scontati dal 1996 al 2000).