“Per me QC Terme rappresenta una giornata di relax in un posto bello” racconta Veronica Corti, direttrice di QC NY dal 2021, anno di apertura. “La bellezza è molto importante. Ci concentriamo sulla cura ai minimi dettagli. Per infondere tranquillità è importante creare un ambiente bello con un bell’arredamento, una bella vista, una seduta anche comoda. Dopo la vista arrivano anche gli altri sensi. C’è un buon profumo diverso in ogni stanza, che poi è proprio di ogni stabilimento”. Non c’è altro modo per descrivere l’essenza di questa oasi di pace su Governors Island: gli spazi ristrutturati sono talmente curati e omogenei da riuscire a dimenticare per qualche ora la propria vita nella Grande Mela. In generale, questa è la firma di QC: rispettare la struttura originale per mantenere lo spirito del posto, ma importare un design nuovo, bello, italiano.
“Dal momento in cui troviamo un posto che potrebbe accogliere le terme, in Italia o all’estero è indifferente, il nostro team di architetti e ingegneri inizia a lavorarci per creare le vasche e l’impianto idraulico – spiega Corti. – Invece la direzione artistica si occupa della ristrutturazione degli interni, degli arredi e di mantenere il nostro stile italiano”, simile in tutti gli stabilimenti. In particolare, questo di Governors Island era una vecchia caserma militare. Sono stati mantenuti le finestre, alcuni mobili e tutti i pavimenti, insieme alla pianta originale. “È per questo motivo che le stanze sono così piccole, i corridoi così stretti. Ci siamo adattati il più possibile e può essere carino, ma è davvero difficile da gestire per noi e per le persone che si muovono”, commenta la direttrice.

Dieci centri in Italia, uno in Francia e QC NY è ancora una novità in Nord America. “Questo è solo il primo. Ci muoviamo con il passaparola e le foto sui social. Vogliamo finirlo prima di pensare ad altri, anche se abbiamo in programma di espanderci”. Il progetto completo prevede tre edifici, da inaugurare entro la fine del 2024. Al momento è aperto e accessibile solo quello centrale. Attorno alle due piscine esterne, una a sinistra e una a destra, si distribuiscono gli altri due palazzi. “Abbiamo iniziato la ristrutturazione del 111, dove avremo il ristorante al piano terra. Sono previsti duecento coperti, tutti riservati agli ospiti di QC perché vorremmo mantenere la stessa atmosfera rilassata: tutti in accappatoio che si godono una bella cena all’italiana. A seguire, il 114 che sarà completamente spa”, spiega la direttrice. Diventerebbe uno degli stabilimenti termali più grandi di New York. “Per il momento riusciamo a ospitare contemporaneamente più di 180 persone, senza che ci sia troppo affollamento perché riescono a distribuirsi su tutti gli spazi. Poi però in inverno dimezziamo, anche se l’esterno rimane sempre aperto, avendo un percorso coperto che collega l’edificio alle piscine. Ma gli americani non sembrano apprezzare le vasche con il freddo”. E la vera differenza sta tutta qui: “Se negli stabilimenti italiani l’alta stagione va da ottobre ad aprile, come succede anche nei Paesi scandinavi, a New York – ma anche a Roma, unica eccezione perché più turistica – è il contrario. I clienti della Grande Mela preferiscono l’estate e magari trascorrono intere giornate all’aperto, in piscina”.

Il team di QC Terme punta soprattutto sul mercato locale per fidelizzare i newyorkesi. Ma l’americano tende ad associare la spa al massaggio, al trattamento. “Noi, invece, ci concentriamo di più sull’intera esperienza: offriamo un percorso, fra saune, maschere, massaggi e piscine, per trascorrere una giornata nel relax”, racconta Corti. Proprio da dove è nata l’idea di QC: i fratelli Andrea e Saverio Quadrio Curzio, quando hanno ereditato dal padre l’attività di costruzione di famiglia, hanno rivoluzionato l’immagine delle terme. Al posto di vederla come una soluzione medica, l’hanno proposta come svago, un modo qualsiasi per divertirsi.

E quindi via la valigetta, la cravatta, i tacchi alti, le giacche formali, il rumore dei clacson, le ambulanze, la puzza della metro. Ci si spoglia davanti agli armadietti per infilare accappatoio bianco e ciabattine e cominciare il percorso, consigliato! – “perché i nostri clienti sono completamente autonomi e liberi di muoversi come meglio credono. Non sono obbligati a fare nulla se non godersi il panorama”, continua Corti. “Non c’è un ordine da seguire o dei tempi da rispettare, tenendo sempre in considerazione il pacchetto acquistato”. All’entrata di ogni stanza, i consigli indicati sono precisi e dettagliati: rimanere una ventina di minuti nella sauna a 161°F, applicare lo scrub sul viso e lasciarlo in posa per 5 minuti, uscire e rimuoverlo con l’asciugamano freddo e umidificato. La pelle è distesa e lo sporco di New York dimenticato.
